I sette peccati capitali degli studi legali
Capita a tutti di fare degli errori sul lavoro, anche ai migliori. Alcune volte si tratta di sciocchezze e rimediare è possibile; altre di cantonate dalle conseguenze (quasi) imprevedibili. E in questi ultimi casi, quando si lavora in squadra, si creano fratture e distanze destinate a cambiare inesorabilmente le relazioni tra colleghi e soprattutto con i clienti.
Quali sono gli errori imperdonabili degli avvocati di altissimo standing che operano all’interno degli studi d’affari? Lo abbiamo chiesto ai loro clienti, i general counsel. MAG ha intervistato diversi giuristi d’impresa per farsi raccontare quali sono i “peccati” più frequenti commessi dagli studi legali, quelli che trasformano la consulenza in un proverbiale incubo.
A seguire i sette epic fail delle insegne che operano nel nostro Paese.
- Scarsa trasparenza su costi e tempi dei mandati.
Ai general counsel non piacciono le sorprese quando si parla di costi e di tempi. Anzi. Dagli studi d’affari si aspettano maggiore chiarezza su questi aspetti sin dal principio della collaborazione. Non per un’innata propensione alla parsimonia, ma perché lavorando su tempistiche precise e con budget definiti si ritrovano in seria difficoltà con la direzione finanziaria dell’azienda, oltre che con l’amministratore delegato o il management, ogni qualvolta cambino le carte in tavola.
Quando i costi non dovrebbero lievitare mai per un errore di valutazione della complessità di alcuni progetti (sono sviste che non ci si aspetta da consulenti di grande esperienza) e men che mai è accettabile che crescano volutamente.
Ci sono studi che pur di aggiudicarsi un certo mandato, propongono cifre a ribasso per poi aggiungere, nel corso dell’esecuzione, voci straordinarie relative ad attività non previste o all’impiego di un numero maggiore di risorse. I general counsel preferiscono lavorare con chi propone “pacchetti” che riducono al minimo, e nel limite del possibile anche nei casi di incarichi più “incerti”, la moltiplicazione dei costi.
- Fare overselling.
In tempi di….