Sempre più penale negli studi d’affari

Il penale chiama, gli studi d’affari rispondono. Spesso su queste pagine parliamo di multidisciplinarietà come asset chiave del moderno studio legale. Ciò è dovuto alle stesse richieste dei clienti: per le aziende, la possibilità di interfacciarsi con un solo advisor per quante più esigenze di natura differente è un vantaggio imbattibile. E nell’ampio spettro di queste esigenze rientra anche quella dell’assistenza penale, soprattutto dall’indomani del decreto legislativo 231 del 2001. Gli studi legali hanno negli ultimi anni raccolto sempre maggiormente quest’opportunità: ampliare il novero delle competenze per riuscire a rimanere competitivi, dotandosi di dipartimenti specializzati nel penale d’impresa.

Gli ultimi 12 mesi sono stati costellati di novità in ambito di penale d’impresa. L’ultima risale alla scorsa settimana, con Nctm che ha annunciato l’ingresso di Roberta Guaineri, dallo studio de Castiglioni-Guaineri, per sviluppare il settore penale d’impresa della firm. Prima ancora, ad inizio anno, Portolano Cavallo, ha scelto l’ex Dla Piper Ilaria Curti per la guida del nuovo dipartimento penalistico/di internal investigation. Il 2019, apertosi con l’acquisizione di Lca di un team di penalisti formato da Nicolò PelandaMatteo UslenghiPaolo Erik Liedholm e Giovanni Morgese a formare ex novo una practice penale, si era concluso con l’ingresso del penalista Niccolò Bertolini Clerici in Legance, altra firm che ha deciso di puntare al white collar crime; nel mezzo, l’investimento di Orrick, che a luglio ha annunciato l’arrivo di Jean-Paule Castagno per il suo dipartimento.

 

 

Più in generale, negli ultimi anni gli investimenti sul penale d’impresa di firm italiane e straniere sono stati molteplici. Dentons è entrato nel mercato del penale d’impresa nel 2018 con l’acquisto di Armando Simbari, poi tornato nella boutique penale Dfs, e di Matteo Vizzardi, ex Luca Santa Maria e associati e attuale partner della firm; Chiomenti ha avviato nel 2017, con l’ingresso, tra gli altri, di Stefano Manacorda e Francesco D’Alessandro (quest’ultimo promosso poi a partner), una business unit dedicata a white collar crime & business integrity; Gop, infine, ha innestato sulla storica collaborazione con il penalista Ciro Pellegrino, una propria practice di penale societario avviata nel 2015 con l’ingresso di Francesca Chiara Bevilacqua.

MAG, dato l’evidente fermento che sta percorrendo il mercato legale sul tema, ha voluto fotografare lo stato dell’arte nello scenario dei dipartimenti penalistici degli studi d’affari per individuare i relativi trend, tramite una survey che ha avuto come campione i primi 50 studi legali d’affari italiani per fatturato.

I dati emersi dalla survey non fanno che confermare il “colpo d’occhio”: uno studio su tre (31,8%), tra quelli dotati di un dipartimento specializzato in penale d’impresa, lo ha costituito negli ultimi due anni. E poco meno della metà di tutti i dipartimenti penalistici degli studi d’affari (il 45,4%) sono stati costituiti negli ultimi cinque anni. L’impressione, insomma, è che ottenere dai grandi studi d’affari un’assistenza anche sul fronte penale, da eccezione che era, si stia trasformando in regola.

Un dato sorprendente è quello relativo alle…

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