Se l’Italia finisce nel mirino di Dentons

Da anni, molti analisti del mercato dei servizi legali preconizzano un’evoluzione del settore che nel prossimo futuro dovrebbe portare al dominio, sullo scenario globale, di 5-10 law firm.  I candidati al ruolo di protagonisti in questo processo evolutivo sono numerosi. E tra questi c’è sicuramente Dentons. Il nome di questa law firm, forse, non dice molto ai legali italiani. Eppure si tratta di un colosso che negli ultimi anni è cresciuto a colpi di fusioni, seguendo un percorso che, in precedenza, hanno fatto in molti, come ad esempio Dla Piper.

L’operazione più clamorosa è stata la fusione con i cinesi di Dacheng annunciata a inizio 2015 e che dovrebbe essere perfezionata nelle prossime settimane. Grazie a questo merger, lo studio nato nel 2013 con l’alleanza tra Snr Denton, Fraser Milner Casgrain e Salans è diventato uno dei più grandi del mondo, almeno sul piano della quantità di professionisti e sedi. Dentons, infatti, conta 6.600 avvocati sparsi in 120 uffici distribuiti piuttosto equamente attorno al globo terracqueo. Quanto ai dati finanziari, invece, parliamo di una realtà che per il 2015 prevede di centrare un fatturato di 1,95 miliardi di dollari.  

La vicenda di Dentons non solo è interessante perché racconta in che modo i colossi del legal business mondiale si stanno muovendo per consolidare la propria leadership di mercato, ma anche perché, in qualche modo potrebbe interessare anche l’Italia. Da mesi, infatti, nei circoli degli avvocati d’affari italiani c’è chi parla di un interessamento da parte dei vertici di Dentons nei confronti del Bel Paese. A tale proposito, contattato da Mag by legalcommunity.it, Tomasz Dabrowski, ceo di Dentons per l’Europa ha detto che…

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