Se gli avvocati entrano nella Fiom

di nicola di molfetta

Dalle tute blu a quelle in grisaglia. Gli avvocati “proletarizzati” si uniscono e afferrano la mano tesa da Maurizio Landini (nella foto), segretario generale della Fiom (sigla sindacale che rappresenta i metalmeccanici della Cgil) e dalla sua coalizione sociale. 

Si tratta di una svolta epocale, per una professione che, storicamente, ha sempre avuto un orientamento politico a dir poco conservatore e una natura intrinsecamente borghese.   Non è più così da tempo. Soprattutto perché non è più possibile identificare la classe forense con una sola tipologia socio economica. L’universo dei 250mila avvocati che popolano gli albi italiani è formato da una minoranza ricca e potente, affiancata da una maggioranza che sta sul mercato con redditi da “impiegati di concetto” e un’ulteriore fetta di professionisti che non riesce a posizionarsi e a raggiungere nemmeno un minimo di stabilità economica.  

In quest’ultima porzione di avvocatura ci sono coloro i quali da tempo hanno smesso di sentirsi liberi professionisti e ormai si considerano lavoratori, operai del diritto, in molti casi sfruttati o quantomeno ghettizzati all’interno di una corporazione sempre più divisa. ?Tra i movimenti che rappresentano questa fetta della popolazione forense c’è l’Mga (mobilitazione generale degli avvocati) guidata da Cosimo Matteucci. Il movimento ha visto crescere la sua popolarità con l’entrata in vigore della legge che prevede che chi non paga i contributi previdenziali alla Cassa forense non possa restare iscritto negli albi, introducendo, di fatto, una selezione professionale basata anche su criteri reddituali e non sull’accertamento delle effettive qualità e competenze tecniche di ogni professionista.  

La norma, pensata probabilmente per contrastare il fenomeno del “nero” e per sfoltire gli elenchi eliminando i nominativi di chi pur avendo conseguito il titolo di avvocato, in realtà, non ha mai praticato la professione, si è abbattuta anche su tanti legali che non riescono a guadagnare nemmeno mille euro al mese pur facendo (o provando a fare) il loro mestiere. ?La dimostrazione dell’effetto boomerang di questa norma è rappresentata dalle numerose «sospensioni volontarie» che si stanno registrando in tutt’Italia. Da inizio anno, secondo un recente reportage dell’edizione locale de la Repubblica solo a Genova si sono registrate circa 50 sospensioni. A Milano, a fine 2014, risultavano altre 53 cancellazioni volontarie. A Roma addirittura, questa cifra ha sfiorato le 300 unità. E quando a metà aprile scadranno i termini per decidere se saldare gli oneri contributivi o abbandonare gli albi, c’è chi, come il presidente della Cassa Nazionale Forense, Nunzio Luciano, si aspetta che circa 5mila avvocati decidano di appendere definitivamente la toga al chiodo.  

Tornando alla “piattaforma” dei professionisti che aderiscono alla «coalizione 27 febbraio» (che prede il nome dalla data del primo speaker’s corner svolto dinanzi alla Cassa forense, si veda il numero 31 di Mag by legalcommunity.it) Matteucci, in un’intervista al Manifesto ha detto che il movimento intende chiedere l’estensione ai legali del contratto nazionale degli studi professionali. Il presidente di Mga ha denunciato la presenza, in numerosi studi, di «forme di sfruttamento del lavoro subordinato sia di praticanti che di avvocati. Di fatto sono dipendenti, formalmente non sono niente e guadagnano 4–500 euro al mese».  

Tutto questo descrive lo spaesamento di una corposa porzione della classe forense, disorientata tra un passato di fasti mai conosciuti e un futuro di assoluta precarietà. Ma soprattutto, questo quadro impone una seria riflessione alla politica e alle istituzioni forensi affinché si cominci seriamente a lavorare su diversi percorsi di avvicinamento all’attività forense, valorizzandone tutte le possibili declinazioni. Dando agli avvocati anche la possibilità di lavorare, da legali, in azienda. O riconoscendo e tutelando la figura dei collaboratori negli studi organizzati e nelle società tra professionisti. In un mercato dove gli spazi si sono ridotti drasticamente e dove l’imperativo della degiurisdizionalizzazione guida l’azione di governo, gli avvocati devono cercare di ritagliarsi nuove funzioni all’interno del sistema-giustizia. ?Ma non ci riusciranno mai fino a quando saranno formati e accompagnati alla professione secondo schemi e logiche che ormai appartengono a un passato che non tornerà più e che li rende incapaci di trovare un giusto collocamento nel mercato.

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In questo numero

Agorà

  • AXIOM, LO STUDIO VIRTUALE FATTURA 200 MILIONI DI DOLLARI
  • POOL DI AVVOCATI PER IL COMITATO DI SORVEGLIANZA DI ILVA
  • CONSIP, DELOITTE E LEGANCE VINCONO ANCHE IN CONSIGLIO DI STATO
  • GLI STUDI ASSOCIATI E L’OCCASIONE MANCATA ALLE ELEZIONI DEL COA DI MILANO
  • UN GIURISTA ITALIANO TRA I GIOVANI LEADER 2015
  • LIGAS OF COUNSEL DI RAFFAELLI SEGRETI TASSONE

 

Il Barometro del mercato
FINANCE A PIENI GIRI TRA MERCATO DEI CAPITALI E BANKING
Ancora project bond, ora tocca ad Autostrada Brescia Padova. Intanto gli istituti fanno arrivare 600 milioni ad Autogrill. L’m&a guarda al digitale. Mentre il real estate corre.

 

Rumors
GRANDE STEVENS PREPARA LO SBARCO A LONDRA
In arrivo una Llp che si occupi di diritto d’impresa e di wealth advisory. Lo studio prosegue nel suo processo di evoluzione dopo un anno record sul fronte dei ricavi, chiuso un fatturato in crescita del 10%

 

Retroscena
EFFETTO EUROPA SULLA CRESCITA DI JONES DAY
I nuovi ingressi a Milano seguono un anno di espansione soprattutto a Londra. Lo studio continua a fare soci a colpi di lateral hire. Un modello peculiare. Dove nessuno conosce i guadagni degli altri e la partnership si muove come un corpo unico. Conta solo il risultato globale

 

L’intervista
SOCI DI CAPITALE? PRIMA VIENE LA TRASPARENZA
Parla Giovanni Tamburi: «La cosa più importante per uno studio legale, se vuole essere appetibile sul mercato, è fare chiarezza sui meccanismi di spartizione dei risultati». L’indipendenza «non è a rischio». «Chi saprà scegliere bene il proprio partner avrà sicuramente più forza e visibilità». 
di laura morelli

 

Ict e professionisti
IL BUDGET MEDIO PER STUDIO SI FERMA A 6.300 EURO 
Ma le aziende clienti chiedono un maggiore supporto gestionale: il 45% delle imprese è favorevole a investire per rendere più informatizzata la relazione

 

by financecommunity.it
VINTAGE CAPITAL, DA GIOCO DIGITALE A BANZAI
Il settore delle start up tecnologiche è in forte sviluppo ma sono ancora pochi gli investitori a credere nel business. Per Stefano Siglienti «in Italia manca una cultura specialistica»  
di laura morelli

 

L’emergenza
NON C’È SPAZIO PER LA GIUSTIZIA
Un report curato dai giovani avvocati dell’Aiga fotografa il disagio di chi lavora nei tribunali e con i magistrati. Mancano le aule e il personale è insufficiente. Il Pct? Non è ancora la soluzione

 

La battaglia
GIURISTI D’IMPRESA CONTRO L’ARTICOLO 18
Non quello dello Statuto dei lavoratori. Bensì quello della legge forense del 2012 che definisce la professione in-house incompatibile con quella di avvocato  

 

Istruzioni per l’uso
IMPARIAMO AD ASCOLTARE IN 5 PASSI
di mario alberto catarozzo

 

Cambio vita
DA ASPIRANTE MAGISTRATO A FONDATRICE DI KEYOGA 
di antonella jannelli 

 

Le tavole della legge
L’ESSENZA DELL’INNOVAZIONE
di giacomo mazzanti

 

aaa cercasi
La rubrica Legal Recruitment by legalcommunity.it  registra questa settimana 9 posizioni aperte, segnalate da 4 studi legali: De Matteis, Hogan Lovells, NCTM e Russo De Rosa Associati. I professionisti richiesti sono in totale 11 tra collaboratori, praticanti, neo-avvocati e neo-laureati. Le practice di competenza comprendono diritto antitrust, diritto del lavoro, amministrativo, societario e tributario. 

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