Scende ancora il Total Tax Rate dell’Italia
Pubblicata oggi l’ultima edizione di ‘Paying Taxes 2017’, il rapporto di Banca Mondiale e PwC, che rileva e analizza i costi per imposte e tasse in capo alle aziende e il connesso carico amministrativo per versamenti d’imposta e i diversi adempimenti fiscali così come registrati nel corso del 2015.
Questi fattori vengono misurati di anno in anno sulla base di tre indicatori: il Total Tax Rate – carico fiscale complessivo per le imprese che non rappresenta la sola pressione fiscale – il tempo necessario per i diversi adempimenti relativi alle principali tipologie di imposte e contributi – imposte sui redditi, imposte sul lavoro e contributi obbligatori, imposte sui consumi – e il numero dei versamenti effettuati. Lo studio evidenzia da subito il progresso delle economie globali nella semplificazione e alleggerimento del peso degli adempimenti fiscali sulle imprese.
Anche l’Italia prosegue su questa strada: il Total Tax Rate 2015 si attesta infatti, al 62%, registrando una diminuzione di 2,8 punti percentuali rispetto al 2014 (a fronte di una diminuzione globale di 0,1 punti percentuali); le ore impiegate per gli adempimenti fiscali sono 240 rispetto alle 269 registrate nel 2014 (a fronte di una diminuzione globale di 8 ore), mentre rimane costante il numero dei pagamenti (14). Nell’analisi ampliata di quest’anno, il rapporto rileva come per le imprese di alcuni paesi la parte più problematica e laboriosa siano gli adempimenti post-filing ai fini dell’Iva e delle imposte dirette, con ritardi nel cash flow e in campo amministrativo che, in alcuni casi, possono superare i dodici mesi.
Nonostante l’indicatore mostri uno dei livelli più alti in Europa, il carico fiscale complessivo per le imprese nel nostro Paese, pari al 62%, diminuisce di 2,8 punti percentuali rispetto al 2014, con un decremento di oltre 2,5 punti percentuali superiore alla media mondiale. Tale diminuzione è principalmente riconducibile alla deduzione del costo del lavoro dalla base imponibile Irap e all’incremento dell’aliquota ACE. Diminuisce il numero delle ore impiegate per gli adempimenti fiscali in Italia, pari a 240 nel 2015 (269 nel 2014), grazie ad un miglioramento dei sistemi elettronici utilizzati per l’adempimento degli oneri fiscali sul lavoro (251 ore l’anno la media mondiale, 164 il dato europeo). In Italia le imprese effettuano 14 pagamenti (25 a livello globale; 11,8 a livello europeo).
Secondo la nuova parte della ricerca, la fase più difficile per le imprese è l’interazione con le autorità fiscali dopo la presentazione delle dichiarazioni fiscali, un processo che varia significativamente da una giurisdizione a un’altra. In Italia il processo è oggetto di profonda evoluzione a fronte di interventi legislativi che hanno rafforzato gli strumenti a disposizione del contribuente per il confronto anche preventivo con le autorità fiscali (così la revisione generale degli interpelli e la previsione di un interpello per i nuovi investimenti), ovvero la regolarizzazione spontanea da parte del contribuente attraverso la revisione delle norme sul ravvedimento.
Il rapporto ha rilevato 162 paesi che prevedono un’imposta sul valore aggiunto (IVA), di cui 93 comprendono la possibilità per un’impresa rientrante nel caso base di richiedere il rimborso dell’IVA. Un processo veloce ed efficiente può essere fondamentale affinché l’impresa considerata non si ritrovi con difficoltà di cash flow. La richiesta di rimborso IVA dà origine a verifiche fiscali nel 70% delle economie analizzate, di cui il 58% costituiscono verifiche di carattere generale. In Italia le imprese impiegano 51 ore per la richiesta di rimborso IVA, incluso il tempo speso per rispondere alle richieste ricevute nel corso delle verifiche fiscali attivate dall’Amministrazione Finanziaria (14,2 ore la media mondiale; 7,1 ore la media a livello europeo). Il tempo di attesa del rimborso è di 86 settimane e include un periodo di sei mesi (26 settimane) che intercorre tra l’acquisto del bene e la presentazione della dichiarazione IVA annuale, non potendo l’impresa nel caso in analisi richiedere il rimborso dell’imposta su base trimestrale (a livello globale 21,6 settimane; a livello europeo 14,8 settimane).
In Italia, nel caso in analisi, le imprese impiegano in media 5 ore per correggere un errore nella dichiarazione dei redditi, in linea con la media europea (16,7 ore è la media globale; 4,7 ore la media europea). La correzione di un errore nella dichiarazione dei redditi di per sé non comporta l’attivazione di una verifica fiscale e pertanto non vengono stimati i relativi tempi. Complessivamente il valore “distance to frontier” del post-filing index è pari a 48,39, negativamente influenzato dagli indici relativi ai rimborsi IVA. Va tuttavia osservato che questo risultato è condizionato dalle specificità del caso-base di riferimento. Infatti, per quanto riguarda l’Italia, è da ritenere che un’impresa preferirebbe ricorrere alla compensazione dell’IVA a credito, e non al rimborso, così ottenendo la monetizzazione del beneficio fiscale in tempi più rapidi.