ROTTAPHARM, SI FERMA L’IPO PER SHEARMAN, TREMONTI E LATHAM
Nel giorno della chiusura dell'offerta pubblica di vendita Rottapharm ha deciso di fare marcia indietro e di non sbarcare in Borsa, anche a causa del peggioramento del mercato. L'azionista venditore, la Fidim della famiglia Rovati, e i coordinatori dell'operazione hanno infatti ritenuto che «non si siano verificate le condizioni per un'operazione che rispecchi oggi il valore intrinseco della società, anche alla luce della sfavorevole situazione del mercato mobiliare domestico ed internazionale che hanno determinato un repentino cambiamento nelle aspettative degli investitori sugli assets europei ed in particolare dell'Europa meridionale».
All'operazione lavoravano tre studi legali. Shearman & Sterling assisteva Rottapharm, con un team guidato da Domenico Fanuele e composto da Emanuele Trucco, Giovanni Cirelli e Maria Romeo, mentre Latham & Watkins era al fianco delle banche che partecipano all'offerta, con un team composto dai partner Antonio Coletti e Jeff Lawlis e dagli associate Isabella Porchia, Cesare Milani, Irene Pistotnik, Yana Mihaleva e Guido Bartolomei. Infine, lo studio Tremonti Vitali Romagnoli Piccardi e associati (che in Italia opera in alleanza con Shearman), assisteva la società sul piano fiscale.
Il ritiro dell'offerta di Rottapharm, che arriva dopo una serie di operazioni deludenti, getta ombre anche sull'Ipo di Sisal (a cui sta lavorando Linklaters e Latham & Watkins). La società dei giochi chiuderà l'offerta il prossimo 14 luglio. Nelle scorse settimane Fincantieri per riuscire a quotarsi ha dovuto ridurre la taglia dell'offerta e prezzarla al minimo, a 0,78 euro. A una settimana dall'esordio scambia poco sotto 0,75 euro. Anche Cerved è subito scesa sotto il prezzo di collocamento di 5,1 euro e oggi è trattata in area 4,77 euro. Si salva solo Fineco, scambiata a 3,99 euro, rispetto a un prezzo fissato a 3,7 euro.