Riscossione Tia e rapporto di consumo, P.mms Legal ottiene dal CdS l’annullamento di una sanzione Agcm
P.mms Legal, con Massimiliano Mangano (nella foto) e Lucia Interlandi, ha assistito con successo la società Ato Me 1 in liquidazione dinanzi alla sesta sezione del Consiglio di Stato, in una controversia relativa a una sanzione che l’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato) aveva inflitto alla società in relazione all’attività di riscossione della Tariffa d’igiene ambientale (Tia) svolta da quest’ultima.
La pratica commerciale asseritamente scorretta sarebbe consistita in alcuni comportamenti posti in essere dall’Ato nei confronti dei consumatori nell’ambito dell’attività di riscossione della Tia, con particolare riguardo all’attivazione di procedure coercitive di pagamento, attraverso l’ingiunzione fiscale per il pagamento di importi dovuti.
Dopo un primo rigetto del ricorso ad opera del Tar Lazio, il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 7525 del 11 settembre 2024, ha riformato tale pronuncia, riconoscendo che l’Ato Me 1 sia un soggetto pubblico che svolge un’attività economica, ma rilevando che l’attività di recupero della Tia resta assoggettata alla giurisdizione del giudice tributario e all’eventuale intervento del Garante del contribuente, fuoriuscendo dall’applicabilità del codice del consumo ed al conseguente potere di intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Mancherebbe infatti un effettivo “rapporto di consumo”, caratterizzato da prestazioni sinallagmatiche tra l’Ato ed i suoi utenti, poiché l’utente del servizio di gestione dei rifiuti, che non paga un “corrispettivo” ma un “tributo”, non può essere qualificato consumatore ai sensi dell’art. 18, comma 1, lett. a), d.lgs. n. 206 del 2005.