Rischio illegittimità per i regolamenti comunali anti-evasione: effetti a cascata su scala nazionale?

I regolamenti comunali anti-evasione rischiano di essere dichiarati illegittimi aprendo un potenziale effetto domino in tutta Italia. Due recenti pronunce giurisprudenziali che vengono dalla Sicilia – una del Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) e una del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) – hanno sollevato dubbi sulla legittimità di tali norme, adottate da diversi comuni per accelerare la riscossione dei tributi locali, spesso mediante la prospettazione della sospensione o revoca delle licenze commerciali.

In molti casi, questi regolamenti non garantiscono neppure la possibilità per i soggetti interessati di contestare le richieste tributarie degli enti locali. A sollevare la questione sono stati i legali dello Studio Lexia che hanno assistito alcune aziende con un team guidato dal managing partner Alessandro Dagnino (nella foto) e composto dal partner Ambrogio Panzarella e dagli associate Martina Abate e Gerlando Palillo.

Nel primo caso, il CGA ha accolto il ricorso presentato da un’impresa operante nel settore degli eventi, cui era stata sospesa la licenza per una presunta irregolarità nel pagamento di un tributo. Secondo i giudici, il provvedimento comunale ha impedito all’azienda di difendersi, imponendole di adempiere senza possibilità di ricorso, pena l’immediata esclusione dal mercato. Il CGA ha definito questa prassi come una “surrettizia reintroduzione della clausola del solve et repete”, già dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale nel 1961 (sent. n. 21/1961).

A questa sentenza si affianca un’ordinanza del TAR Sicilia, che ha sospeso l’applicazione del regolamento anti-evasione del comune di Palermo ritenendo plausibile l’accoglimento del ricorso, almeno per quanto riguarda i tributi non ancora definitivi. Secondo il TAR, infatti, un’amministrazione comunale non può disporre la sospensione delle licenze commerciali sulla base di semplici irregolarità o di crediti tributari non ancora accertati in via definitiva. «La decisione del Cga è la prima in Italia con la quale viene fatta chiarezza sui limiti giuridici ai quali devono attenersi i regolamenti anti-evasione. Vengono così garantiti per la prima volta adeguati margini di difesa alle imprese che si sentono penalizzate da provvedimenti vessatori adottati dagli enti locali», spiegano dallo studio Lexia.

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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