Restituzione della gestione di Ariston Termo Rus: prospettive per le aziende italiane

di Armando Ambrosio*

La scorsa settimana, il governo russo ha restituito ad Ariston Group la gestione completa della sua controllata russa, Ariston Termo Rus, situata nella regione di Leningrado.

Questa decisione è stata accolta con grande favore dalla comunità imprenditoriale italiana in Russia e rappresenta un importante successo diplomatico per il governo italiano.

Il contesto delle controsanzioni

Nell’aprile 2024, il presidente russo Vladimir Putin aveva disposto che Ariston Termo Rus e BSH Hausgerate del Gruppo Bosch venissero sottoposte a gestione esterna, affidandone l’amministrazione ad una controllata della società statale russa Gazprom, Gazprom Bitovie systemi.

Questa mossa si innestava nel quadro delle ritorsioni russe contro l’Europa, in risposta alle sanzioni economiche imposte dalla UE a seguito della crisi ucraina.

La gestione esterna di fatto rappresenta una forma di nazionalizzazione temporanea, strutturata in modo tale da evitare che possa costituire una violazione delle norme delle convenzioni bilaterali sulla protezione degli investimenti (BIT).

La revoca della gestione esterna

La recente decisione di Putin di revocare la gestione esterna per Ariston Termo Rus è stata vista come un segnale di distensione nei confronti dell’Italia, come un tentativo della Russia di migliorare i rapporti con l’Italia, differenziandola dagli altri partner europei come la Germania, che continua invece a vedere la sua società BSH Hausgerate sottoposta a gestione esterna.

Questo gesto è stato interpretato inoltre come un invito all’Italia a mantenere un ruolo più neutrale nei confronti della Russia, specialmente nel momento in cui le trattative di pace tra Russia e Ucraina sono in corso con la mediazione degli Stati Uniti di Trump, mentre i partner europei (con Francia e Gran Bretagna in prima linea) scalpitano per cercare di ritagliarsi un ruolo nell’ambito dei negoziati di pace.

Implicazioni per le aziende italiane

Questo sviluppo è stato accolto con sollievo dalle imprese italiane che operano in Russia, le quali vedono allontanarsi lo spettro di ulteriori restrizioni e possono guardare al futuro con maggiore fiducia, pur nelle incertezze dell’attuale contesto geopolitico.

Si spera inoltre che la revoca della misura possa essere il primo passo verso una normalizzazione dei rapporti economici tra Russia e Italia, facilitando le operazioni delle imprese italiane in Russia (soprattutto per quanto riguarda i temi più urgenti, come l’esecuzione dei pagamenti internazionali ed il rimpatrio dei dividendi) e migliorando la cooperazione in settori strategici come l’energia e la sicurezza. Tuttavia, le relazioni rimangono complesse e influenzate dalle dinamiche geopolitiche più ampie, quindi è probabile che le tensioni persistano e che potremo assistere a dei reali cambiamenti solo dopo che sarà stato raggiunto un accordo di pace definitivo tra Russia e Ucraina.

*Partner dello studio legale De Berti Jacchia (Mosca)

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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