Quorum, dieci anni e nuovi progetti

Questa storia è cominciata a maggio 2011. Quando un gruppo di 25 professionisti (molti dei quali ex Tonucci & Partners) ha dato vita a un nuovo progetto legale battezzato Quorum. Sin dalla fondazione, la volontà dei soci è stata quella di identificare lo studio con un brand che non fosse formato o ispirato dai nomi dei legali che lo componevano, ma che avesse una finalità aggregativa sotto un nome che incarnasse un progetto di crescita in cui tutti si potessero riconoscere.

A dieci anni distanza, MAG ha voluto ripercorrere le tappe del percorso compiuto da questa organizzazione. E discuterne con i componenti del comitato di gestione: Corrado Cardarello, Nicola Romano e Roberto Gasparini.

Lo studio oggi conta nel complesso 73 professionisti, due sedi (a Milano e Roma) e un fatturato che nel 2020 ha sfiorato quota 8 milioni di euro.

Quorum fin dall’inizio ha ispirato il suo approccio al mercato puntando su «criteri di snellezza operativa, rapidità e multidisciplinarietà», raccontano i partner. Nel frattempo, l’organizzazione ha anche costruito il suo posizionamento internazionale puntando oltre che su «alcuni rapporti privilegiati con blasonati studi internazionali», sull’adesione al network internazionale Globalaw.

Quali sono state le tappe fondamentali di questo percorso?
Dopo il triennio di consolidamento della realtà iniziale, certamente il primo step che ha costituito un importante momento di sviluppo c’è stato nel 2015. Con l’ingresso di quattro soci (unitamente ai relativi team), che, provenendo da un’altra realtà (Carnelutti Roma), hanno apportato un fondamentale contributo di professionalità ed esperienza. Ingresso che peraltro ha coinciso con il trasferimento degli uffici di Roma presso l’attuale sede in Prati.

Poi?
A seguire, nel 2019, si sono avute altre importanti novità. Su Milano, la cui sede attuale è in San Babila, con l’ingresso di 3 soci tax. E a Roma con l’ingresso di un partner per l’amministrativo. In tempi più recenti abbiamo avuto ingressi per l’IP a Milano e il labour a Roma. Mentre l’ultimissimo arrivo risale ad alcuni giorni fa con un ingresso nell’amministrativo.

Che tipo di studio avevate in mente e come si sono evoluti i vostri progetti iniziali?
Si aveva in mente una realtà dinamica e meritocratica che fosse in grado di agire con tempestività e flessibilità. Inoltre, si è ritenuto indispensabile porsi nei confronti della clientela con un tratto di vera e propria partnership. Non si è persa di vista l’importanza della crescita, dell’aggiornamento professionale e dell’approfondimento.

I numeri dello studio raccontano una realtà che si è consolidata sul mercato. E che nel 2020 ha registrato un’ulteriore crescita: cosa ha influito su questa performance positiva dell’ultimo anno?
La crescita è probabilmente derivata dalla oggettività della congiuntura, dalla preparazione tecnologica e dalla capacità di continuare a lavorare in remoto, assicurando a tutti i clienti una assistenza senza soluzione di continuità in un contesto di particolare complessità ed incertezza.  Ma in un anno particolare ha giocato un ruolo importante anche la propensione di tutti i soci a trasformare un problema in opportunità e, quindi, a cogliere in anticipo le nuove e diverse esigenze della clientela. 

Qual è la governance dello studio? Come siete organizzati? Quali sono i ruoli/organi principali e chi li occupa al momento?

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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