QUESTO PAZZO PAZZO MONDO DI SIGLE

di nicola di molfetta

Vocali e consonanti che si rincorrono. Talvolta tutte in maiuscolo. In altri casi in una sconcertante sequenza di caratteri alti e bassi che tenta di costruire un senso attorno a lettere che messe assieme possono anche significare qualcosa d’altro. È il “pazzo pazzo mondo di sigle”, potremmo dire parafrasando gli Afterhours. Quello che oramai domina lo scenario delle start up legali nel nostro Paese. L’idea di battezzare l’associazione professionale con i nomi di chi le ha dato vita viene sempre meno presa in considerazione. Nulla di male, per carità, ma siccome l’innovazione, dopo essere diventata moda, si sta trasformando in una sorta di tabù, forse è venuto il momento di porsi qualche domanda.

Già perché, il fatto che insegne come Nctm (anzi, NCTM) siano ormai affermate sul mercato e siano diventate un vero e proprio marchio dell’industry legale non significa che basti inventarsi una sigla per poter centrare il primo ed essenziale obiettivo che si persegue quando si dà un nome a un’attività d’impresa: la riconoscibilità sul mercato. Chi ne ha seguito la storia e l’evoluzione sa benissimo che i tempi per l’affermazione del brand dello studio fondato da Paolo Montironi e Alberto Toffoletto sono stati lunghi e tutta l’operazione ha richiesto pazienza e investimenti. Sforzi da tempo ricompensati ma tutt’altro che banali e comunque non alla portata di chiunque. Solo negli ultimi mesi sono nati Ddr, Ps, Up, Rdr e Plc. Queste sigle si sono andate ad affiancare a Hi, Blb, Mcm, Bvr, Blf, Cdp, Cnttv, Lca, Lgv, A&A, ma anche AA senza “e” commerciale e poi, ancora Mbl, Rcc, P&I o R&P. E l’elenco potrebbe portare via ancora un intero paragrafo.

Come se non bastasse, nei prossimi giorni, se dovessero dare seguito alla decisione presa, un gruppo di giovani e brillanti avvocati (di cui non sveliamo l’identità, per ora) farà debuttare un numero sulla propria carta intestata: 5. Ovviamente seguito dal suffisso lex che accompagna la maggior parte di queste insegne. Anche se non si tratterà di una prima assoluta, visto che negli annali si conta già un 4legal.

Quando questo trend è cominciato, aveva dietro una doppia ratio. Da un lato dichiarare l’intento (sano) dei soci fondatori di dare vita a un progetto professionale che mettesse lo studio davanti alle individualità. Dall’altro, quello di provare a istituzionalizzare una organizzazione produttiva costituita praticamente solo da persone e dalle loro capacità tecniche e intellettuali. Quello dei personalismi e dei conflitti tra soci è da sempre il punto di maggiore vulnerabilità delle associazioni made in Italy. Rinunciare al proprio nome in ditta è stato, un tempo, un gesto rivoluzionario. Un po’ come il primo squarcio nella tela dato da Lucio Fontana. Poi è diventato manierismo perdendo progressivamente la forza innovativa e distintiva dei primi esperimenti. Tanto che oggi, ci domandiamo se non sia il caso di innestare la retromarcia e prendere in considerazione la possibilità di tornare indietro.

A ben guardare, infatti, la forza di un nome sta anche nella sua storia. E ricostruire la vicenda di un’organizzazione è molto più semplice e immediato se si parte da un nome che racconta le persone, gli sforzi, le difficoltà, le battaglie e i successi molto meglio e in maniera molto più immediata di una sequenza di lettere più o meno ben assemblata. Questo è un valore indiscutibile come prova il fatto che numerose insegne ancora oggi presenti sul mercato siano molto più “forti” dei professionisti che vi operano all’interno consentendo a questi ultimi di continuare ad attirare clienti che conoscono il nome dello studio più di chi vi opera all’interno.

In un Paese come l’Italia, dove la gente vuole sapere a Chi affida la soluzione dei propri problemi, presentarsi con un nome, o meglio, con il nome di chi ha fondato l’associazione e che solo per questo lo vede troneggiare in ditta, può dare allo studio, oltre che un’autorevolezza storica, una forza di penetrazione e posizionamento decisamente maggiore rispetto all’aggiungere tre o quattro lettere allo scarabeo del mercato legale. Meditate gente, meditate.

nicola.dimolfetta@legalcommunity.it

@n_dimolfetta

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