Quanto vale il Legal Tech in Italia?
Piccole startup crescono. Ma non si può ancora parlare di boom. Kopjra e Legal Tech Italy hanno pubblicato (edito da Giuffrè Francis Lefebvre) l’edizione 2021 del Legal Tech Report, curata da Tommaso Grotto, Luca Mirafiori e Matteo Scapin. La fotografia aggiornata del settore ci restituisce un’immagine da osservare ancora in vitro. In Italia non possiamo ancora parlare di rivoluzione legal tech. Quest’industria sta mettendo radici ma non ha ancora avuto un impatto capace di rivoluzionare il settore dei servizi legali. Ad ogni modo va sottolineato che il numero assoluto di progetti continua ad aumentare (anche se in rallentamento) e la redditività delle realtà più strutturate a salire.
«Più della metà delle innovazioni mappate – spiega a MAG Luca Mirafiori, tra i curatori del report – risultano essere ancora dei progetti d’impresa, il numero di nuove costituzioni (anno su anno) mantiene un trend decrescente dal 2016».
IL QUADRO

Stando a quanto rileva il report, ad oggi in Italia si contano 63 organizzazioni legal tech. Una su due (51%) è rappresentata da “progetti d’impresa”, ovvero, «società il cui ingresso nel mercato è avvenuto nell’ultimo triennio o realtà di anzianità maggiore che presentano però ricavi operativi inferiori ai 50mila euro», come specifica Mirafiori. Le startup, invece, sono il 38% del totale. Decisamente più rare le scale up che si attestano ad appena il 3%. Si tratta di quelle aziende partite come stratup e che in meno di 10 anni di vita hanno superato la soglia del milione di euro di ricavi operativi. Oltre al dato economico, però, ciò che caratterizza questo 3% è il fatto di offrire al mercato un prodotto o un servizio legato a un modello di business consolidato e scalabile.
Tra le società italiane del legal tech contate nel report, ci sono anche alcune realtà di base all’estero ma che sono state create da italiani. Rientrano in questa “categoria” la tedesca Bernstein Technologies, le svizzere Jur e Luxochain, l’inglese Provable Things e la spagnola Stampery Labs.

L’ANAGRAFE
La breve (finora) storia di questo mercato comincia nel 2011 con la costituzione della prima startup legal tech italiana: Iubenda. Dopo il picco del 2016, quando si è registrata la nascita di 15 nuove realtà attive nel settore delle tecnologie legali, l’andamento delle nuove iniziative è andato via via rallentando (-20% l’anno). Il 2016 è stato un anno peculiare, in cui il mercato ha dato forte impulso alle iniziative nel settore per effetto dell’approvazione della normativa Gdpr (Regolamento Ue 2016/679) e della entrata in vigore della direttiva 2015/2366/(UE) sui servizi di pagamento nel mercato interno (la cosiddetta PSD2). In totale, le nuove costituzioni dopo il 2016 sono state 45. «Nondimeno, le più promettenti startup legal tech risultano essere state acquisite in breve tempo da realtà preesistenti più strutturate», osserva Mirafiori. Tra i casi più…
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