PwC TLS vince in Cassazione in materia di credito d’imposta su dividendi transfrontalieri

Carlo Romano (nella foto) e Maurizio Foti, rispettivamente partner e senior manager di PwC TLS, hanno assistito con successo una casa automobilistica francese nel contenzioso scaturito dall’impugnazione dell’atto con cui l’amministrazione finanziaria aveva negato il rimborso del credito di imposta sui dividendi erogati da una controllata italiana, previsto dall’art. 10, paragrafo 4, lettera b), della Convenzione contro le doppie imposizioni sottoscritta tra l’Italia e la Francia il 5 ottobre 1989 e resa esecutiva con legge di ratifica del 7 gennaio 1992, n. 20 (nel prosieguo: “Convenzione Italia-Francia”).

Mentre la Commissione Tributaria Provinciale accoglieva il ricorso introduttivo della società, la Commissione Tributaria Regionale – accogliendo l’appello dell’amministrazione finanziaria – negava alla società francese il diritto al rimborso del credito di imposta pattizio in quanto, secondo i giudici di merito, nel caso de quo non si era verificata alcuna doppia imposizione poiché i dividendi provenienti dalla controllata italiana – in applicazione di quanto previsto dalla c.d. Direttiva madre-figlia – erano già stati esentati da imposizione nel Paese della fonte (l’Italia) e non erano stati assoggettati a tassazione nel Paese di destinazione (la Francia).

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 9 febbraio 2022, n. 4063 ha accolto il ricorso presentato dalla società francese (e in particolare il motivo di doglianza con il quale la contribuente eccepiva la violazione dell’art. 10, paragrafo 4, lett. b) della Convenzione Italia – Francia) cassando la sentenza di secondo grado e rinviando la causa alla CTR ritenendo necessario l’accertamento “in fatto circa la prova univoca che la casa madre abbia fiscalmente esposto in Francia l’importo di quanto maturato in Italia“.

I giudici di legittimità con l’accoglimento di tale ricorso hanno riconosciuto alcuni principi importanti scaturenti dalla recente giurisprudenza della Corte di Giustizia. La Corte di Cassazione ha infatti confermato che optare per il beneficio previsto dalla c.d. direttiva madre-figlia: (i) non rappresenta una opzione irrevocabile e, quindi, la società percipiente il dividendo ha il diritto di optare (anche ex post) per il beneficio pattizio del credito di imposta; (ii) non elimina il rischio della doppia imposizione economica e della violazione del principio di neutralità fiscale. Pertanto, secondo la Corte “deve verificarsi in concreto se il meccanismo di tassazione previsto dallo Stato membro elimini effettivamente detto rischio, dovendosi evitare non soltanto la tassazione diretta dei dividendi in capo alla società madre, ma anche quella indiretta intesa come conseguenza dell’applicazione di meccanismi che […] possono causare alla società madre un trattamento deteriore rispetto a quello che spetterebbe qualora le due società fossero dello stesso Stato“.

frabon

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