Puccio ottiene il rigetto della richiesta di estradizione a Panama di Charles Ewert

Puccio Penalisti Associati, con un team composto dal founding partner Andrea Puccio (nella foto) e dalla salary partner Giulia Cagnazzo, ha ottenuto da parte della Corte di Appello di Milano il rigetto di una richiesta di estradizione avanzata da Panama a carico del noto imprenditore lussemburghese Charles Ewert, noto tra l’altro per aver curato negli ultimi trent’anni la costituzione e l’amministrazione di numerose società fiduciarie in Sud America (attività che gli è valsa il soprannome di “Panama Charlie”).

In ragione degli svariati aspetti di natura transazionale connessi alla vicenda, Puccio Penalisti Associati ha strutturato e coordinato un team difensivo internazionale, avvalendosi di due law firm basate in Lussemburgo e di una law firm panamense.

La richiesta di estradizione era connessa all’esecuzione di una sentenza di condanna a cinque anni di reclusione emessa dall’autorità panamense nei confronti di Ewert per il reato di falso aggravato ai danni dell’armiere austriaco Gaston Glock, e relativo in particolare alla falsificazione di numerosi atti di una società panamense, al fine di sottrarre indebitamente ingenti somme di denaro, per un valore di oltre 30 milioni di dollari.

La pronuncia

La Corte d’Appello, che già – in accoglimento della richiesta della difesa – aveva disposto la revoca della misura della custodia cautelare in carcere, ha rigettato la richiesta di estradizione di Panama, condividendo le argomentazioni difensive in merito al concreto rischio per l’estradando di essere sottoposto a trattamenti inumani o degradanti, una volta ristretto.

In particolare, la Corte ha evidenziato l’incompatibilità delle condizioni carcerarie panamensi con il rispetto della dignità umana, nonché l’inadeguatezza dei chiarimenti forniti dallo Stato richiedente a superare tutti gli elementi addotti e documentati dalla difesa in ordine alle plurime violazioni dell’art. 3 Cedu.

La Corte d’Appello di Milano ha, infine, attribuito espressa rilevanza alla necessità di assicurare all’estradando elevati standard di tutela, che “non sottopongano l’interessato a uno stress o a una prova la cui intensità superi il livello inevitabile di sofferenza inerente alla detenzione”.

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