Pubblicità, il Consiglio di Stato conferma la prima multa al Cnf
Il Consiglio di Stato ha confermato la condanna a quasi un milione di euro inflitta nell’ottobre 2014 al Consiglio nazionale forense (Cnf) per l’adozione di due decisioni che avevano l’effetto di comprimere l’autonomia degli avvocati limitando l’utilizzo di un canale per la diffusione di informazioni sulla propria attività professionale e reintroducendo vincoli sui minimi tariffari.
Come riporta oggi Il Sole 24Ore, con sentenza del 22 marzo, la Sesta sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Cnf contro la pronuncia del Tar Lazio che nel luglio 2015 aveva accolto solo parzialmente l’impugnazione del Cnf non eliminando la sanzione di un milione di euro, ma invitando l’Antitrust a rideterminare l’importo. Accolto invece il ricorso dell’Antitrust che ha come effetto il ripristino della sanzione piena di circa un milione. Per il Consiglio di Stato la circolare del Cnf n. 22-C/2006 (relativa al famoso caso Amica Card) concretizza un’intesa anticoncorrenziale.
La circolare indicava una possibile rilevanza deontologica del mancato rispetto dei minimi tariffari, quando invece l’obbligatorietà delle tariffe era stata cancellata sin dal 2006. Ad aggravare la situazione, poi, il fatto che il Cnf non aveva provveduto a rimuovere il documento dal proprio sito internet.