Professioni e Ddl Concorrenza: bisogna fare presto
Le professioni vivono ancora una fase di crisi. E un intervento repentino si rende quantomai fondamentale. Questo è quello che è emerso durante la conferenza “Le professioni: ieri, oggi e domani anche alla luce del DDL Concorrenza e dei costi della giustizia” nel corso della quale si è dibattuto del futuro delle professioni, dei professionisti e del rapporto con i consumatori. Presenti alla conferenza, moderata dall’avv. Cristiano Cominotto presidente di AL Assistenza Legale, il presidente di Federconsumatori Gianmario Mocera, il presidente di Federnotai Carmelo Di Marco, il presidente dell’AGAM (Associazione Giovani Avvocati di Milanoi) Marco B. Franzini, il consigliere delegato della Città Metropolitana di Milano Rosaria Iardino e l’avvocato Luigi Della Sala.
Una possibile soluzione, per quello che concerne l’avvocatura, è la possibilità per i soci di capitali di poter entrare all’interno degli studi legali, seppure con limitazioni del capitale che garantiscano la quota maggioritaria in capo ai professionisti, si sono dichiarati infatti favorevoli a questo tipo di intervento sia l’AGAM che gli avvocati Cominotto e Della Sala. Questa opportunità, per ora prevista all’interno del Disegno di Legge, potrebbe aiutare gli studi a creare nuove risorse per i giovani.
Dal lato degli utenti finali delle professioni è intervenuto invece Gianmario Mocera, il quale ha portato l’esperienza di Federconsumatori all’interno del dibattito, dichiarando come “sia fondamentale che i pregiudizi verso professionisti come avvocati, notai o commercialisti debbano essere superati affinchè i cittadini possano usufruire dei servizi di queste professioni liberamente.” Usufruire liberamente dei servizi dei notai è uno dei tasti toccati da Carmelo Di Marco, il quale ha fatto presente come il DDL Concorrenza preveda che i notai debbano aumentare notevolmente nei prossimi anni, “ma che sia quasi impossibile poterlo fare con le attuali regole dei concorsi. Concorsi che vengono ad oggi effettuati ogni due anni, lasso di tempo sicuramente non sufficiente per poter implementare il numero di notai in Italia.”