Presidio e sciopero della fame al Tribunale di Napoli: la protesta di Nuova Avvocatura Democratica

Dal 27 gennaio gli esponenti dell’associazione Nuova Avvocatura Democratica stanno portando avanti una protesta e uno sciopero della fame contro le istituzioni nazionali forensi.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il regolamento adottato a fine 2015, con cui il Cnf ha previsto che i consiglieri percepiscano indennità e gettoni di presenza. Dopo un anno di mozioni e richieste formali, l’associazione ha deciso di intraprendere la via del digiuno. La protesta vuole evidenziare la disparità dei privilegi spettanti ai “politici della professione forense” rispetto alle condizioni in cui versa la base più debole dell’avvocatura composta soprattutto da giovani e donne che non arrivano a fine mese.

Per questo l’avvocato Salvatore Lucignano, segretario nazionale di Nuova Avvocatura Democratica, spiega a Legalcommunity.it che ormai c’è una “lontananza tra le istituzioni forensi e l’avvocatura, che genera inevitabilmente della cattiva giustizia, a scapito dei cittadini”. Il fenomeno da combattere, secondo Lucignano, è “la professionalizzazione della politica forense”. Il presidio davanti al Tribunale di Napoli formato dagli avvocati Salvatore Lucignano, Michele Arcangelo Lauletta, Giuseppe Scarpa e Ciro Sasso, finirà soltanto “quando il CNF adotterà un atto concreto per dimostrare di rinunciare alle ingiuste prebende che ora si è attribuito”.

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