Praticanti, il rinvio dell’esame è un’opportunità
Esame rinviato a data da definirsi. Causa: emergenza Covid. La notizia la conoscete. I praticanti che avrebbero dovuto sostenere le prove scritte per l’ammissione all’esercizio della professione forense il prossimo dicembre dovranno aspettare (almeno) la primavera 2021 per affrontare la selezione. Una data, al momento in cui scriviamo, ancora non c’è. Si saprà qualcosa con la pubblicazione della Gazzetta Ufficiale del 18 dicembre prossimo.
Ci sono, però, un po’ di indicazioni. La domanda di iscrizione alla prova andrà presentata in via telematica entro il 12 febbraio 2021. Poi, un decreto ministeriale, che sarà pubblicato in Gazzetta il 16 marzo, definirà le «misure disciplinanti l’accesso e la permanenza alle sedi concorsuali per garantire il rispetto delle vigenti disposizioni volte a prevenire il contagio da Covid-19».
Insomma, si vede la luce in fondo al tunnel, sebbene per il momento si tratti solo di un puntino.
La definizione di tempi e tappe a cui finalmente siamo arrivati, è amaro ammetterlo, rafforza la sensazione che se la sessione di dicembre è saltata, sia stato perché non si è agito per tempo. Il rischio di una seconda ondata era prevedibilissimo. La necessità di rivedere le modalità di «accesso e permanenza alle sedi concorsuali» doveva essere chiara già da mesi. Non sappiamo quale sarà lo stato della pandemia la prossima primavera. Ma, con ogni probabilità, queste misure consentiranno lo svolgimento delle prove. Agendo per tempo si sarebbe potuto fare lo stesso già per questo dicembre. Ma tant’è.
Noi crediamo che questo sia il momento di guardare avanti. E francamente non siamo gli unici. Nei giorni scorsi, su Linkedin, ho chiesto se questa situazione di stallo non possa essere convertita in un’opportunità per riformare l’esame in toto o per rivedere le modalità di svolgimento. Il 76% di chi ha risposto al questo piccolo test, ha indicato senza dubbio che si dovrebbe lavorare a una revisione complessiva della prova.
Non si tratta solo di consentire l’uso del computer o di permettere prove digitali, magari a distanza. Servirebbe una vera e propria riforma del processo di selezione della futura classe forense. E questa riforma dovrebbe partire dalle regole che disciplinano i 18 mesi di pratica.
Ridurre tutto a una questione di date, timbri e carte bollate sarebbe riduttivo.
Ecco perché abbiamo pensato a una call to action rivolta ai nostri lettori e a tutta la community. Servono idee. Come cambiereste voi, potendo, la pratica forense e l’esame di Stato?
Fatecelo sapere (scrivetemi!) e noi proveremo a fare sintesi di queste proposte arrivate direttamente dalla popolazione forense.
Dopodiché proveremo a fare arrivare queste proposte a chi si deve occupare della questione. E se non ci sarà risposta tenteremo con una letterina a Babbo Natale, visto che ormai è stagione.
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