Positive Luxury e Baker McKenzie pubblicano una guida ESG sulla legislazione della sostenibilità
Baker McKenzie e Positive Luxury (esperti di sostenibilità per l’industria globale del lusso) hanno pubblicato l’ultima edizione della loro Guida ESG: “Il futuro della legislazione sulla sostenibilità per il lusso”. Con l’insediamento di una nuova amministrazione negli Stati Uniti (USA) all’inizio del prossimo anno, le recenti elezioni politiche e il nuovo governo nel Regno Unito (UK), la transizione in corso verso una nuova Commissione Europea nell’Unione Europea (UE) e gli eventi globali come la COP29 che stanno influenzando l’agenda della sostenibilità, questa guida fornisce una panoramica dei principali cambiamenti nella legislazione ESG previsti nei prossimi anni negli Stati Uniti, nell’UE e nel Regno Unito. La guida mette in evidenza le questioni chiave che gli imprenditori del settore del lusso devono conoscere per orientarsi nella prossima legislazione sulla sostenibilità.
Per Miriam Allena (nella foto), of counsel di Baker McKenzie in Italia e professore associato di diritto amministrativo e ambientale all’Università L. Bocconi, «con la nuova normativa ESG le imprese sono in molti casi chiamate non a una implementazione “da zero”, ma a rivedere processi interni e buone prassi già in atto – perché adottati volontariamente negli anni passati, spesso sulla base di standard internazionali – in modo da renderli compliant con il nuovo quadro normativo. Ciò è particolarmente vero per il settore del lusso: come bene dimostra l’esperienza delle aziende italiane che operano in quest’ambito, l’attenzione alla qualità dei materiali, alla sostenibilità dei processi produttivi e alla tracciabilità della filiera produttiva sono da sempre tenuti ben presenti».
Katia Boneva-Desmicht, Global Chair of Consumer Goods and Retail di Baker McKenzie, sottolinea la dinamicità del panorama normativo e i crescenti requisiti per le aziende: «La rapida evoluzione della legislazione nei principali mercati geografici per i marchi del lusso richiede una due diligence completa, un reporting trasparente e un adattamento proattivo ai nuovi standard».
Aumento dell’azione legislativa e normativa ESG
Il panorama legislativo ESG è in rapida evoluzione e il rapporto evidenzia gli sviluppi significativi all’orizzonte:
- Nell’UE, il Green Deal continua a guidare gli ambiziosi sforzi di decarbonizzazione, puntando alla neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050, sostenuto da iniziative come il Piano d’azione per l’economia circolare e la Strategia per un tessile sostenibile e circolare. La direttiva sulla due diligence in materia di sostenibilità delle imprese (Corporate Sustainability Due Diligence Directive, CSDDD) impone una due diligence completa della catena del valore e piani di transizione climatica, mentre la nuova direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori nella transizione verde e la proposta di direttiva sulle dichiarazioni verdi combattono il greenwashing fornendo una maggiore regolamentazione delle dichiarazioni ambientali.
- Sia nell’UE che nel Regno Unito sono state adottate misure per affrontare il problema della deforestazione e del degrado forestale nelle preziose foreste del mondo. Il regolamento dell’UE sulla deforestazione copre potenzialmente un’ampia gamma di materiali e ingredienti importati utilizzati nei processi produttivi dell’UE, con una proposta aggiornata della Commissione europea sull’attuazione pubblicata nell’ottobre 2024. Inoltre, il Regno Unito sta cercando di adottare un regime di prodotti a rischio forestale attraverso modifiche all’Environment Act 2021.
- Negli Stati Uniti si assiste a una pletora di sviluppi in materia di ESG. Nello Stato di New York sono state presentate diverse proposte, tra cui la proposta di legge sui lavoratori della moda (Fashion Workers Act), un provvedimento legislativo innovativo volto a proteggere i creativi dell’industria della moda, tra cui truccatori, stilisti, modelli e fotografi. La legge mira a migliorare le tutele del lavoro, la salute e la sicurezza e a prevenire lo sfruttamento. Inoltre, il Fashion Sustainability and Social Accountability Act richiederà alle grandi aziende della moda di mappare le loro catene di approvvigionamento e di affrontare i diritti umani e l’impatto ambientale, mentre vari Stati introdurranno leggi sulla responsabilità estesa del produttore per gli imballaggi e i tessuti, che interesseranno le operazioni e le catene di approvvigionamento dei marchi di lusso.
Prospettive ESG future per l’industria del lusso
La guida esamina anche le prospettive dei prossimi anni per il settore del lusso sul fronte ESG. Le tendenze emergenti includono:
- La crescente enfasi sulla collaborazione intrasettoriale e i relativi rischi di concorrenza/antitrust, con autorità di regolamentazione come la Commissione Europea e la Competition and Markets Authority del Regno Unito che forniscono indicazioni sugli accordi di sostenibilità.
- I vantaggi e le tensioni dell’utilizzo dell’IA per la sostenibilità, sottolineando la necessità di tecnologie di IA efficienti dal punto di vista energetico e di integrazione delle energie rinnovabili per mitigare l’impatto ambientale.
- La crescente tendenza a migliorare la sostenibilità e l’efficienza degli spazi commerciali, come si evince dall’aggiornamento del Green Lease Toolkit della Better Buildings Partnership del Regno Unito.
- L’aumento significativo dei reclami dell’OCSE relativi alle questioni ESG, con un incremento del 400% delle istanze specifiche nel 2023, sottolinea il crescente controllo sulle imprese multinazionali e l’importanza di aderire alle linee guida internazionali.
Amy Nelson-Bennett, CEO di Positive Luxury, ha concluso, sottolineando che «le prossime normative ESG globali saranno un catalizzatore per la trasformazione del settore del lusso. Piuttosto che vederle come semplici ostacoli alla conformità, i marchi del lusso dovrebbero vederle come opportunità per andare avanti incorporando la sostenibilità nelle loro operazioni».