Ponti & Partners ottiene l’archiviazione totale per l’ex Presidente di Ambiente Servizi

Con provvedimento del 6 novembre scorso, il GIP di Pordenone ha sciolto la riserva e ha disposto l’archiviazione totale del procedimento a carico di I.G., nato da una denuncia di presunti abusi, legati al fatto di avere commissionato uno studio ambientale, finalizzato a verificare i possibili impatti del nuovo stabilimento sui lavoratori di Ambiente Servizi, che all’epoca ne era presidente.

Il denunciante aveva parallelamente agito in sede civile, contro lo stesso I.G. e sempre davanti al Tribunale di Pordenone, chiedendo in quel caso un risarcimento nei suoi personali confronti, di oltre 200.000 euro; tale giudizio si era già risolto favorevolmente per l’ex Presidente di Ambiente e Servizi, con rigetto della richiesta e condanna alle spese.

L’avvocato Luca Ponti, che assieme al socio Luca De Pauli (entrambi in foto) ha difeso l’ex Presidente di Ambiente Servizi SpA sia in sede civile che in quella penale, rileva come il provvedimento del GIP abbia finalmente reso piena giustizia all’assistito, il quale proprio a causa delle polemiche conseguenti alle iniziative oggetto di denuncia era stato costretto a dimettersi dalla società.

I reati contestati sono stati tutti esclusi dal GIP che, in particolare, ha rilevato come l’attività di I.G. fosse stata assolutamente doverosa (“il datore di lavoro, infatti, ha l’obbligo di effettuare la valutazione dei rischi di esposizione dei lavoratori e, in base a quanto rilevato, di prendere tutte le misure di prevenzione e protezione necessarie per ridurre al minimo tali rischi”), e che “i vertici della società, pertanto, ben avevano il diritto di richiedere la consulenza ambientale nei confronti di Ambiente S.r.l.”; in sostanza, dunque, “tutte le attività poste in essere dall’indagato rientrano nelle facoltà allo stesso attribuite in qualità di presidente della società e/o nelle facoltà inerenti all’esercizio del diritto di libera manifestazione del pensiero”. Le iniziative realizzate da Gasparotto, dunque, “devono ritenersi lecite e volte a manifestare la contrarietà ad un progetto; da esse non può trarsi alcun argomento giuridicamente valido ai fini della prova dell’esistenza di mezzi fraudolenti volti ad “impedire o turbare l’esercizio di un’industria o un commercio”.

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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