Pirola Pennuto Zei & Associati, a caccia di progettualità legal
I numeri non dicono tutto. Ma dicono molto. E nel caso di Pirola Pennuto Zei & Associati raccontano il percorso di uno studio legale e tributario con una crescita che non conosce fiammate, ma procede con passo costante. Ormai da anni.
Il 2021 è stato archiviato con un +5,6% di fatturato salito a quota 145,5 milioni di euro. L’anno prima, quello del covid, era passato con una crescita dei ricavi del 3,7%, pari a 137,8 milioni.
In generale, nell’ultimo quinquennio, l’aumento aggregato del giro d’affari dello studio è stato del 14% con un passaggio dei ricavi da 127,5 a 145,5 milioni.
L’assetto strategico conferma il tax come practice trainante, capace di generare il 45% del fatturato. Del resto, si tratta di un’organizzazione storicamente fondata sulla practice fiscale e tributaria. Ma i numeri ci dicono che Pirola Pennuto Zei & Associati, oggi, è anche molto altro. Il corporate m&a (dove stando ai dati Mergermarket, lo studio riesce ad accreditarsi su quasi un’operazionee al mese) rappresenta il 23% del giro d’affari. E a questo si aggiungono il 5% dell’attività sul fronte banking & finance, così come il 5% di quella real estate, il 5% di quella labour e l’8% nel litigation.
MAG ha provato a leggere questi risultati assieme a due dei consiglieri d’amministrazione dello studio: l’attuale presidente, Luca Occhetta e il suo predecessore nel ruolo (che in base all’attuale governance viene ricoperto a rotazione nel triennio di mandato) Massimo Di Terlizzi.
«La crescita registrata nel 2021 – dice Occhetta – si inserisce in un percorso dall’andamento costante che, pur senza particolari accelerazioni, vede aumentare anno su anno il giro d’affari. Il tax va bene. E stiamo lavorando per crescere ancora sul fronte legale e corporate m&a».

Il 2022 sembra confermare questa fotografia. Nei giorni scorsi lo studio è stato tra le insegne che hanno seguito l’acquisizione del 43% di Be Shaping the Future da parte di Engineering, curando i profili fiscali del deal per conto dell’acquirente. L’operazione si è inserita in un flusso di attività che in precedenza ha visto Pirola Pennuto Zei & Associati assistere Anthilia Sgr nel finanziamento da 6 milioni di Caffaro Industrie; affiancare gli azionisti venditori nel passaggio del 90% di Fedon a Luxottica; e agire per i turchi di Perfektüp (gruppo Bell Holding) nell’acquisizione di Tubettificio Favia.
In scia a questo flusso di attività si pone la volontà di investire ancora. Lo studio, in questi anni, ha messo a segno soprattutto una crescita interna. L’ultimo round di promozioni ha contato un equity partner (Mosè Metrangolo) tre partner e undici associate partner. Ma Di Terilizzi fa capire che il momento è maturo anche per tornare sul mercato con dei veri e propri lateral hire. «Soprattutto sul fronte legale – dice a MAG il socio e consigliere – puntiamo a includere professionisti con un business case interessante per inserire servizi sempre più complementari gli uni con gli altri». L’obiettivo è spingere sulla multidisciplinarità e la valorizzazione di un’offerta integrata che all’interno del “gruppo” metta in connessione l’attività dello studio legale e tributario con quella delle società Pirola Corporate Finance e Fidiger.
Lo studio è full service e questo interesse a integrare nuovi professionisti legali non è diretto a una specifica area di pratica. «Siccome puntiamo alla crescita – riprende Di Terlizzi – ci interessa inserire persone capaci di sviluppare un progetto di business. Nel giro di qualche anno avremo, all’interno del dipartimento legale, un cambio generazionale. Per chi abbia voglia di mettersi in gioco, quello che si prospetta è un momento molto interessante. Chi entra adesso entra in un momento perfetto per fare». Ovvio, sottolinea Occhetta, «che servono persone che abbiano voglia di mettersi in gioco. Professionisti con spirito imprenditoriale».
A proposito di cambio generazionale, lo studio nell’ultimo anno ha riformato la propria governance proprio con l’obiettivo di favorire il passaggio.
Il nuovo assetto, varato ufficialmente a gennaio 2021, ha previsto oltre alla presenza di un consiglio d’amministrazione, quella di un comitato esecutivo nel quale siedono anche i tre soci che a turno ricopriranno la carica di presidente (oltre a Di Terlizzi e Occhetta, c’è Stefano Tronconi) nell’arco del triennio di mandato. Il fondatore dello studio, Giuseppe Pirola, in virtù di questa riforma, ha lasciato la presidenza del Cda e ha assunto la qualifica di senior partner.
«Abbiamo un approccio alla governance, tailor made – spiega Di Terlizzi –. Periodicamente la cambiamo a seconda delle esigenze. (La precedente riforma risaliva al 2013, ndr). Oggi, Pirola ha un ruolo di garanzia. La novità è che i membri del comitato esecutivo si occupano della gestione oltre che dei loro clienti». «I cinque managing partner nel comitato esecutivo – aggiunge Occhetta – hanno ciascuno delle deleghe. Ma le decisioni più importanti sono prese collegialmente. Di fatto il comitato esecutivo è come se fosse il ceo. Il cda dà le linee guida e il comitato si muove in quell’ambito».
La riforma ha perseguito un obiettivo di semplificazione della governance e di maggiore collegialità dell’azione e delle decisioni. Di Terlizzi, per esempio, è il socio con delega alla strategia internazionale dello studio. Qui, Pirola Pennuto Zei & Associati, è stato protagonista di una delle iniziative più interessanti dell’anno con l’avvio del progetto Unyer…
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