PIACCI: ABROGARE IL RITO FORNERO
Nel dibattito in corso sul Jobs act e sulla cancellazione o comunque limitazione dell’articolo 18, sarebbe utile si inserisse anche l’abrogazione del rito Fornero previsto dalla legge n. 92/2012 per i licenziamenti: la sua applicazione ha fallito l’obiettivo di garantire una decisione sulla legittimità o meno di un licenziamento in tempi certi e brevi. La proposta di abrogazione è caldeggiata in particolare dai giuslavoristi ed è stata più volte evidenziata dalla commissione lavoro del Consiglio Nazionale Forense, coordinata dal consigliere Bruno Piacci (nella foto), partner dello studio Piacci De Vivo Petracca di Roma e Napoli, e condivisa dall’Agi, l’Associazione dei giuslavoristi.
“Il rito Fornero ha messo in evidenza molte problematiche fin da subito, con particolare riferimento all’individuazione del giudice competente a decidere della opposizione sulla ordinanza emessa a seguito della procedura sommaria”, spiega Bruno Piacci. A Milano, per esempio, le criticità della norma hanno due opposte decisioni da parte del Tribunale e della Corte di Appello, tanto che si è stati costretti a emettere dichiarazioni di nullità del giudizio di opposizione dopo ben tre fasi della procedura Fornero. Neanche aver investito della questione la Corte Costituzionale ha risolto il problema che, a seguito della dichiarazione di inammissibilità per questioni formali, ancora sussiste nel merito. “E’ evidente che una norma carica di contrasti interpretativi, che crea un “ginepraio” processuale con inutili fasi preliminari, fa venir meno quelle esigenze di certezza del diritto e di celerità dei giudizi che costituiscono la vera garanzia per la tutela dei diritti sia dei lavoratori che delle imprese”, sottolinea ancora l’avvocato Piacci. Inoltre i tempi previsti dalla Riforma Fornero non assicuravano certo di per sé quella celerità ipotizzata, visto che analoghe previsioni già esistevano nel processo del lavoro precedente.
Così la posizione dell’Avvocatura favorevole all’abrogazione del rito Fornero è ora confluita in una proposta di legge del PD, prima firmataria Laura Venittelli, che è stata presentata di recente in una conferenza stampa alla Camera dalla stessa parlamentare e dal consigliere del CNF Piacci. Uno spunto ulteriore per migliorare la legislazione in materia di diritto del lavoro, che potrà essere anche proposto in sede di esame parlamentare del Jobs act.