Pedersoli, la crescita è un target

Più avvocati. Più fatturato. Più aree di pratica. Lo studio Pedersoli si presenta così all’inizio del 2020. «Quando sono andato via eravamo un’altra cosa». Sorride, Giovanni Pedersoli, dal primo gennaio tornato, in qualità di socio equity, a far parte dell’associazione professionale fondata da suo padre (Alessandro Pedersoli, nel 1958) portando con sé Marta Sassella entrata col titolo di partner. «Eravamo una cinquantina di professionisti – prosegue l’avvocato che negli ultimi tredici anni è stato socio di Linklaters – e fondamentalmente eravamo uno studio che si occupava di contenzioso e corporate m&a. Oggi siamo un’organizzazione full service (l’unica area di pratica che non copriamo è l’Ip) e contiamo oltre 150 professionisti».

A questo si aggiunga una crescita del fatturato importante. Negli ultimi cinque anni, secondo le stime elaborate dal centro ricerche di legalcommunity.it, i ricavi dello studio Pedersoli sono passati dai 28,2 milioni del 2014 ai 40 del 2018: +42%. Un salto notevole, caratterizzato da una crescita a due cifre in tre anni su cinque e trainata anche dal progressivo ampliamento del raggio d’azione dello studio che, come osservato dal più giovane dei fratelli Pedersoli, ha ormai assunto una dimensione definitivamente multidisciplinare.

Si pensi agli innesti degli ultimi tre anni: Sergio Fienga (ex Caiazzo Donnini Pappalardo), con cui lo studio ha aperto all’amministrativo ed è sbarcato a Roma; Alessandro Zappasodi (ex Chiomenti), che ha consentito alla squadra di internalizzare una forte competenza nel regolamentare finanziario; Enrico Maria Mancuso (ex Baker McKenzie) che ha avviato la practice di penale dell’economia; Francesco Simoneschi (ex Gatti Pavesi Bianchi) e Manuela Grassi (ex Ichino Brugnatelli) con cui lo studio ha rafforzato ulteriormente il proprio presidio rispettivamente nel diritto del lavoro e  nel contenzioso del settore bancario e finanziario.

Nel complesso, Pedersoli oggi è attivo in sedici aree di attività. E potrebbe ancora crescere. Come lascia intuire la decisione di espandere i propri uffici milanesi anche nell’edificio di Via Fratelli Gabba che negli scorsi anni ha ospitato prima, Dewey & Le Boeuf e poi Grimaldi.

Ma questa, sottolinea Giovanni Pedersoli, è anche «una fase di riflessione interna su quello che siamo e quello che potremmo diventare nei prossimi 5-10 anni». Al tavolo, a discuterne con MAG, ci sono anche Maura Magioncalda e Alessandro Marena, componenti del consiglio direttivo dell’associazione (di cui fanno parte anche Carlo PedersoliCarlo Re Giovanni Bandera) e Ascanio Cibrario e Sergio Fienga che, assieme a Giovanni Pedersoli, sono tra membri del comitato business development dello studio.

«Veniamo da diversi anni di crescita. Una crescita numerica e dell’entusiasmo che ci ha coinvolto nel cogliere una serie di opportunità. Ovviamente poi ci siamo ritrovati a essere molti di più, in tre sedi, con practice diversificate e problemi oggettivi di efficientamento. Così si siamo detti: stop and think».

I temi in agenda per il prossimo futuro sono diversi. Dalla questione dimensionale, all’internazionalizzazione, dalla riorganizzazione della governance a quella dei processi. Le risposte che la partnership deciderà di dare a ciascuna questione, quindi, diventeranno la base per la definizione delle linee strategiche future dello studio e delle conseguenti azioni da intraprendere.

«Alcune…

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