Orsingher Ortu con CR Cesena per l’aumento di capitale
Nell’ambito dell’approvazione del bilancio 2015 e del piano industriale 2016-2020, il consiglio di amministrazione di Cassa di Risparmio di Cesena ha deliberato l’aumento di capitale necessario per il rafforzamento patrimoniale. L’aumento di capitale proposto è fino a 280 milioni di euro e porterà gli indici di solidità patrimoniale CET 1/Tier 1 al 10,93% e Total Capital Ratio pari al 13,07%, superiori ai limiti minimi indicati da Banca d’Italia e tra i migliori livelli di solidità del sistema bancario. L’aumento è riservato allo Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
La Cassa di Risparmio di Cesena è stata assistita da Borghesi e Associati in qualità di advisor finanziario e da Pierfrancesco Giustiniani (nella foto) dello studio legale Orsingher Ortu per gli aspetti legali, coadiuvato, per gli aspetti regolamentari, dall’avvocato Eugenio Maria Mastropaolo.
Partners S.p.A., nella persona del professor Angelo Provasoli, in qualità di perito indipendente, ha redatto la perizia di stima del valore del capitale economico della Banca e l’avvocato Michele Carpinelli di Chiomenti ha formulato il parere sugli aspetti civilistici dell’operazione.
Lo Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi è stato assistito nell’operazione da KPMG Corporate Finance in qualità di advisor finanziario.
«Il bilancio 2015, il piano industriale e l’aumento di capitale – ha affermato Catia Tomasetti, Presidente della Cassa di Risparmio di Cesena – rappresentano gli elementi chiave per il rilancio della Banca ed il rafforzamento della sua presenza al servizio del territorio». L’operazione di ricapitalizzazione, ha aggiunto, «mira, da un lato, ad assicurare da subito al nostro istituto un socio istituzionale di elevato profilo e risorse adeguate alle esigenze della Banca, dall’altro, a garantire agli azionisti la partecipazione ad un futuro di crescita attraverso un strumento che permette di sottoscrivere nuove azioni al medesimo prezzo di ingresso del Fondo, ma con cinque anni di tempo per la valutazione dell’investimento. Insieme al Fondo Interbancario abbiamo valutato che tale strumento potesse costituire una forma di incentivazione e di fidelizzazione per tutti gli azionisti, comprensibilmente poco soddisfatti dai risultati di bilancio e dalle conseguenti modifiche nella valutazione delle azioni».