Orrick con Glennmont nell’acquisizione di un progetto fotovoltaico in Lazio
Orrick ha assistito Glennmont Partners nell’acquisto di un progetto fotovoltaico in Lazio, della potenza autorizzata di 54 MW.
Il team Orrick è stato guidato da Carlo Montella (nella foto a sinistra), deputy business unit leader della global Energy and Infrastructure practice e dal partner Andrea Gentili (nella foto a destra), coadiuvati dalla of counsel Celeste Mellone (nella foto al centro), che ha gestito l’operazione in tutti i suoi aspetti insieme all’associate Jacopo Giansante, che ha curato gli aspetti transactional e M&A e alla trainee Costanza Scarascia Mugnozza, per i profili regulatory e di due diligence.
Orrick è stato coinvolto nel progetto sin dalle primissime fasi di sviluppo e ne ha seguito le travagliate vicende, ivi compresa la fase di giudizio instaurato dinanzi al TAR Lazio – Roma avverso il silenzio serbato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri sull’opposizione posta dal MIBACT avverso il provvedimento PAUR con cui il progetto era stato autorizzato.
La vicenda
Con sentenza n. 11000 del 28 ottobre 2020, il TAR Lazio, aveva accolto il ricorso di Glennmont e, per l’effetto, ordinato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di calendarizzare la decisione sulla opposizione nel termine, ritenuto congruo in ragione delle urgenze dovute alla nota situazione pandemica, invocata dall’amministrazione, di novanta giorni (rispetto all’ordinario termine di trenta giorni di cui all’art. 117 c.p.a.).
Tuttavia, il Consiglio dei Ministri era rimasto inerte, nonostante il più lungo termine (tre mesi) rispetto a quello ordinario. Glennmont, sempre assistita da Orrick, quindi, era stato costretto ad adire nuovamente il TAR per ottenere la corretta esecuzione della sentenza n. 11000/2020, nonché per la nomina di un commissario ad acta che provvedesse al posto della Presidenza del Consiglio dei Ministri inadempiente.
A giugno, il TAR Lazio aveva però sospeso il giudizio in merito all’istanza di nomina di un commissario in attesa della conversione in legge del decreto semplificazioni 31 maggio 2021, n. 77, sulla scorta della considerazione per cui “dalla quale, in assenza di modi che alla norma innanzi riportata, potrebbe derivare l’improcedibilità dell’istanza di nomina di un commissario ad acta che provveda sull’opposizione del Ministero della Cultura”.
L’amministrazione non aveva adottato, neppure dopo la conversione del decreto semplificazioni, intervenuta nel frattempo, alcuna iniziativa per concludere il procedimento, rimanendo così inadempiente all’obbligo imposto con la citata sentenza. Di conseguenza, il TAR, accogliendo la richiesta di Glennmont, aveva nominato quale commissario ad acta il Capo del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, affinché provvedesse in sostituzione all’amministrazione nel termine di sessanta giorni.
A pochi giorni dalla nomina, il commissario ad acta ha assunto la propria decisione, dichiarando l’improcedibilità dell’opposizione del MIBACT per effetto dell’intervenuta conversione in legge del decreto semplificazioni, ritenendo applicabile lo ius superveniens alla procedura di opposizione di cui trattasi.