Organizzazione studi legali, presentata la nuova prassi Uni-Asla
Per gli studi legali italiani, che complessivamente coinvolgono 240 mila avvocati, è stata presentata a Milano, sotto il titolo “Principi organizzativi e gestione dei rischi connessi all’esercizio della professione”, la nuova Prassi di riferimento promossa da ASLA – Associazione degli Studi Legali Associati in collaborazione con UNI, l’Ente Italiano di Normazione, e Accredita, organismo di certificazione Nazionale.
La prassi ha come obiettivo quello di promuovere l’organizzazione come requisito necessario per una corretta gestione degli studi legali e di favorire la diffusione della normazione volontaria nel settore dell’Avvocatura. Come suggerito, il modello organizzativo dello Studio legale si deve fondare su alcuni principi, che devono essere non solo una dichiarazione di intenti, ma strumenti efficaci dimostrati attraverso azioni concrete ed evidenze documentate. Tra questi vi è: l’avere un’organizzazione basata sulla preventiva individuazione del contesto di riferimento, una chiara individuazione ed efficace distribuzione dei ruoli e delle responsabilità, una gestione corretta ed efficace dei componenti dello Studio legale, l’orientamento al cliente, il controllo dei rischi, avere un obiettivo continuo di miglioramento, l’adozione di procedure uniformi per le prestazioni professionali, l’orientamento al rispetto dei requisiti cogenti.
«La normazione si è evoluta dai prodotti, ai processi, ai servizi fino alle professioni, in una logica di attenzione all’equità, alla chiarezza e alle tutele delle controparti (di qualsiasi tipo). Ora l’attività dell’UNI facilita lo sviluppo dell’“economia relazionale”, cercando di prevenire e risolvere i contrasti, favorendo le interazioni tra le parti e annullando le contrapposizioni», sottolinea Piero Torretta, Presidente di UNI. «La Prassi di Riferimento per gli studi legali sarà presentata ufficialmente il 13 dicembre prossimo in occasione di un evento nazionale del Consiglio Forense, inoltre nel corso del 2018 diventerà la base per presentare ai futuri avvocati (e a quelli più giovani che sono appena entrati nel mondo del lavoro) come dovrebbe essere organizzata la professione: cioè a regola d’arte, sempre orientata al miglioramento e svolta nel pieno rispetto dei clienti, dei collaboratori e dei dipendenti degli studi», dichiara Fulvio Pastore Alinante, vice presidente e segretario generale Asla.
«Quando sentono parlare di organizzazione», osserva l’avvocato Marco Ferraro (nella foto), membro del Consiglio Direttivo e del Comitato Esecutivo di ASLA nonché uno dei principali artefici della nuova prassi, «molti avvocati temono li si voglia trasformare in imprenditori o manager, assimilando la gestione dello studio legale a quella di un’impresa. No, la professione resta individuale come è sempre stata, anche quando più avvocati lavorano insieme. Ma per funzionare bene l’attività forense oggi richiede un metodo di lavoro, delle regole e delle procedure che coinvolgano tutte le persone interne, ciascuna al proprio livello di competenza e responsabilità, dal fondatore alla segretaria che risponde al telefono, e tutte le figure esterne che a vario titolo gravitano intorno allo studio e interagiscono con esso. Non importa se lo studio legale sia piccolo o grande, individuale o associato, in provincia o nel centro di Milano. L’esigenza organizzativa c’è per tutti, e sempre più pressante perché gli avvocati italiani, con l’introduzione dell’obbligo assicurativo, devono affrontare la sfida della gestione dei rischi connessi alla loro professione».
L’adozione di criteri e metodi organizzativi adeguati non è soltanto un requisito necessario per una corretta ed efficace gestione degli studi ma anche e soprattutto consente di individuare, valutare e tenere correttamente sotto controllo i rischi, legati allo svolgimento della professione in ambito sia giudiziale sia stragiudiziale.
Il risk management è prioritario e centrale nella nuova Prassi di riferimento per gli studi, che si fonda sui seguenti principi organizzativi: approccio per processi; chiara individuazione ed efficace distribuzione dei ruoli e delle responsabilità; gestione corretta ed efficace dei componenti dello studio legale; orientamento al servizio del cliente; controllo dei rischi; obiettivo di continuo miglioramento; adozione di procedure uniformi per le prestazioni professionali; orientamento al rispetto dei requisiti cogenti.
«Chi adotterà la nuova Prassi ASLA-UNI – conclude l’avvocato Ferraro – potrà ottenere più facilmente la certificazione di conformità da parte di organismi terzi indipendenti e ufficialmente accreditati a tal fine. Gli Studi legali certificati potranno beneficiare inoltre, di una miglior governabilità dei rischi con meno errori e alla lunga con riduzione dei costi delle coperture assicurative obbligatorie».