NUOVI AVVOCATI. NON SEMPRE AVVOCATI NUOVI
di Aldo Scaringella
E' iniziata la campagna elettorale per le prossime elezioni dei consigli dell'Ordine. Qualche sera fa, il 1 dicembre, sono stato alla presentazione di una delle liste in lizza, la lista Nuovi Avvocati che fa capo all'omonima associazione. Presidente dell'associazione è un avvocato under 40, Bruno Caterina, che attraverso il network costruito personalmente e attraverso le nuove reti di socializzazione, ha costruito intorno a se un consenso numericamente tangibile. Alla serata aperitivo presso un hotel in centro a Milano c'erano circa 50 avvocati provenienti da diverse esperienze professionali. C'erano coloro che militano o hanno militato in grandi studi associati business oriented, c'erano persone con esperienza aziendale e c'erano avvocati che vivono tutti i problemi che si vivono nel resto d'Italia, professionisti cioè, che in barba alla dignità professionale passata e auspicata per il futuro, si barcamenano in una dura quotidianità quanto o più di un qualsiasi impiegato. Tutti rigorosamente sotto i 40 anni. Erano li per l'associazione, per le elezioni all'ordine e per provare a far crescere alcune idee di cui vorrebbero farsi rappresentanti. Ho chiesto il loro manifesto programmatico, diviso in 5 macropunti con focus sui seguenti aspetti: evoluzione del reddito, evoluzione della professione, evoluzione di ordini e istituzioni, evoluzione della previdenza ed evoluzione dell'avvocatura. Il primo, il secondo e l'ultimo punto non sarebbero idee programmatiche ma obiettivi da prefissarsi in un progetto complessivo più ampio. Nel merito il reddito non si evolve per programma, ma è il merito dei singoli, quotidianamente in rapporto con il mercato, a stabilire chi guadagna di più e chi di meno. Sugli altri due aspetti vorrei invece dire che gli ordini si evolvono solo se riescono ad essere enti certificatori di qualità, e non obbligatori, dell'esercizio della professione. Sulla previdenza, il principio di progressività è generalmente sacrosanto. Ma quanti sono al corrente del fatto che oggi la cassa forense sta in piedi anche grazie al contributo di coloro che, dichiarando sopra i 90 mila euro l'anno, versano il surplus come una sorta di contributo di solidarietà, visto che non rivedranno più i loro soldi? Non che costoro non abbiano la possibilità di trascorrere una terza età economicamente serena, ma richiedere progressività dove c'è addirittura solidarietà mi sembra eccessivo. Direi che forse questi under 40 dovrebbero preoccuparsi che quel migliaio di avvocati che contribuisce per il 60% alla cassa non decida mai, e sarebbe legittimo, di farsi la sua previdenza privata. Gli aspetti positivi li ho trovati in questo programma, e su questi mi sarei aspettato che avessero focalizzato maggiormente la loro attenzione. Per esempio la formazione obbligatoria. Bisogna dirlo ai vari Giuggioli in giro per l'Italia: è scandaloso che in un periodo come questo si obblighi la gente a pagarsi una formazione, peraltro spesso appaltata a terzi che sulla stessa speculano, tendenzialmente inutile visti i contenuti prescritti, e iniqua in quanto incoerente con quelli che dovrebbero essere i principi ispiratori della stessa. Voglio crescere per guadagnare di più e per far questo devo pagare. Chi più ha capacità di spesa, più cresce. Una formazione che non garantisca pari opportunità sta abdicando al proprio dovere e ai diritti dei formandi. Mi aspetterei su questo prese di posizione concrete da parte di chiunque volesse provare a innovare il settore. Formazione gratuita e su contenuti maggiormente rispondenti al mercato. E divieto per gli ordini, di immaginare di prendere presunte commissioni o diritti di segreteria, sulla formazione appaltata a terzi e a pagamento. Buone ho trovato tutte le idee legate alle pari opportunità e alla crescita culturale. Positivo troverei che gli under 40 dessero davvero una spinta all'evoluzione della professione attraverso idee sull'accesso, la formazione, il mercato. Il loro è un inizio, ma essendo miei coetanei, spero possano non fermarsi a questo incipit, facendo sentire forte la loro voce e le loro idee centrate su pari opportunità e merito. Non su rendite corporative che tali non potranno più essere