MERCATO LEGALE, SCARSO APPEAL PER LE NUOVE STRATEGIE DI WORKPLACE

In Europa il lieve miglioramento a livello macro-economico e un diffuso iniziale ottimismo hanno favorito nel corso del 2013 la ripresa nell’attività di ricerca di nuovi spazi uffici da parte degli studi legali, che si è tradotta in alcuni paesi in un aumento delle richieste di ri-localizzazione.
A Milano l’attività degli studi legali è rimasta debole negli ultimi due anni, con l’assorbimento inferiore al 2% del totale. In particolare, le difficili condizioni economiche degli ultimi anni hanno inciso negativamente sui ricavi del settore, spingendo molte società a prestare maggiore attenzione ai costi, soprattutto quelli immobiliari, che rappresentano la seconda voce di spesa in bilancio (pari a circa il 10% del fatturato) dopo il costo del lavoro. Ciò si è tradotto in un crescente trend delle rinegoziazioni dei contratti esistenti a condizioni più vantaggiose per l’utilizzatore.

Sfruttando il ciclo di mercato favorevole agli utilizzatori, che ha caratterizzato il mercato degli uffici milanese degli ultimi tre anni, numerosi studi hanno rinegoziato, infatti, i propri contratti di locazione ottenendo condizioni più favorevoli. A Milano nell’ultimo anno e mezzo almeno sei importanti studi legali hanno rinegoziato il contratto in essere per almeno 20.000 mq di superficie.

La possibilità di spostare gli uffici in una nuova sede è un’opzione ancora poco considerata dagli studi legali presenti a Milano, come dimostrato da un’unica operazione registrata nel 2013. Si tratta dello spostamento di Ashurst, dalla sede storica di Via Sant’Orsola a quella appena ristrutturata in Piazza San Fedele 2, di proprietà di Beni Stabili.

Gli studi legali a Milano rappresentano da sempre, il settore più incline a pagare canoni superiori alla media pur di assicurarsi spazi “prime”, che possano rappresentare al meglio la loro immagine. Per tale ragione negli anni passati hanno scelto prevalentemente l’area di mercato denominata “Central Business District” (CBD) a cui corrisponde il canone maggiore pagato per spazi uffici. Piuttosto che spostarsi in location fuori dal CBD per ridurre il costo legato all’occupazione degli spazi, i principali studi legali a Milano hanno preferito rinegoziare i contratti esistenti negli ultimi anni. In alcuni mercati Europei invece, si è iniziata ad osservare una nuova tendenza. A Londra, infatti, Clifford Chance ha recentemente preso in locazione uffici moderni a Canary Wharf, mentre Norton Rose ha scelto Southbank, spostandosi dalla City.
La tendenza a scegliere uffici moderni, che consentano un risparmio sui costi totali annui e permettano anche un uso più efficiente dello spazio, è poco diffusa nel settore legale, all’interno del quale nuove strategie di workplace faticano a diffondersi. La maggior parte degli studi predilige ancora il “layout a stanze”, anche se esistono alcune città pioniere – Londra e Amsterdam in primis – dove alcuni studi hanno scelto l’«open space» per organizzare in modo più efficiente i propri spazi e favorire l’integrazione tra i vari dipartimenti.

Raimondo Cogotti (in foto), Head of Global Coroprate Service di CBRE Italia (foto in allegato), commenta: “Gli studi legali hanno dimostrato di saper reagire rapidamente alle mutevoli condizioni del mercato focalizzandosi sul ripensamento dei propri modelli di business e sulla riduzione dei costi, tra i quali quelli immobiliari ricoprono un ruolo di grande peso: da qui l’intensa attività di rinegoziazione degli ultimi anni.
Tuttavia, benché anche per il settore legale si assista ad una sempre maggiore organizzazione del lavoro in team di progetto e ad un più diffuso utilizzo delle nuove tecnologie (con una conseguente “dematerializzaazione” delle postazioni di lavoro fisse), l’approccio prevalente al tema degli immobili resta comunque conservativo, con la conferma della preferenza per il layout a stanze e l’insediamento in location di prestigio all’interno del cosiddetto «iper centro».
Gli studi legali non sembrano, pertanto, ancora pronti a seguire l’esempio di altri settori – tra i quali comunicazione, consulenza, tecnologia, etc. – che hanno fatto scelte pionieristiche optando per workplace innovativi e sempre più nomadi, riducendo lo spazio a persona e allontanandosi al contempo dalle location prime.”.

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