Mercanti Dorio al Vinitaly sull’export del vino italiano in Cina e Brasile
Discusse al Vinitaly le strategie e gli accordi commerciali più indicati per promuovere l’internazionalizzazione del prodotto italiano. “Nel panorama soddisfacente dell’export dei prodotti vitivinicoli italiani quello della regione Veneto ha raggiunto circa 800 milioni di Euro nel 2012, con una significativa crescita (+15%) rispetto al 2011. In questo scenario il primo mercato di destinazione è la Germania (22%) mentre paesi come la Cina e il Brasile rappresentano rispettivamente lo 0,7% (5,5 milioni di Euro) e lo 0,3 (2,1 milioni di Euro). Esistono pertanto – sia a livello nazionale sia regionale – ampi margini di crescita che occorre sfruttare, partendo da una profonda conoscenza dei meccanismi giuridici che regolamentano l’export, la tutela e la commercializzazione dei prodotti nei due grandi mercati. I prodotti alimentari e le bevande costituiscono infatti solo il 3% delle esportazioni complessivamente realizzate dall’Italia in Cina nel 2012. Occorre coordinare una strategia d’accesso che valuti attentamente anche le implicazioni legali”. E’ questo l’auspicio espresso da Cesare Veneri, Segretario Generale Camera di Commercio di Verona, nell’ambito del convegno Quale futuro per il vino italiano in Cina e Brasile, tenutosi al Vinitaly su iniziativa dello Studio Mercanti Dorio Associati, con il patrocinio della Camera di Commercio Italo Cinese, Federvini e Banco Popolare. In un mercato che tende a registrare una contrazione dei consumi a livello interno e solo un forte export in Paesi storicamente vicini al prodotto Made in Italy, il futuro della filiera produttiva italiana, che occupa oltre 1,2 milioni di addetti con 340mila imprese, passa necessariamente attraverso una più forte e capillare presenza nei mercati della Cina e del Brasile. “Questo incontro intende offrire agli imprenditori e alle istituzioni un’occasione di confronto concreta su difficoltà giuridiche che si incontrano nel programmare ed attuare strategie di ingresso in mercati come quello cinese e brasiliano. La recente introduzione del contratto di Rete è uno strumento caratterizzato dalla presenza di una comunione di scopo, di durata temporanea, flessibile e che offre agevolazioni fiscali a favore dei sottoscrittori che può risultare particolarmente idoneo per il settore vitivinicolo” ha sottolineato Stefano Dorio, Partner e fondatore dello Studio Mercanti Dorio e Associati. Secondo le stime presentate al Vinitaly il mercato cinese (nel 2011 a quota 67 milioni di euro di import italiano) e quello del Brasile per le rispettive potenzialità richiedono interventi e politiche molto mirate. oltre che avvertenze e strategie giuridicamente sicure per sfruttare le enormi opportunità che la distribuzione commerciale nei paesi emergenti può offrire. “Oltre a seguire la disciplina interna, è opportuno procedere con la registrazione del marchio del prodotto in Cina, nelle sue diverse declinazioni (denominativo, figurativo, e traslitterazione in cinese” ha sottolineato Roberto Luzi Crivellini, Partner Mercanti Dorio e Responsabile Desk Internazionale. Inoltre, si suggerisce di diffidare di offerte provenienti da internet, di testi preconfezionati con traduzioni non verificate, gestire negoziati in modo sbrigativo e richieste di credito commerciale dopo le prime forniture. Altro tema molto complesso riguarda i contratti di distribuzione. “Occorre identificare l’acquirente, investendo se del caso anche in due diligence. Scegliere canali distributivi più precisi e limitati territorialmente, introdurre sempre clausole arbitrali, meccanismi chiari per la revisione dei prezzi e la tutela della proprietà intellettuale” ha aggiunto Crivellini.