MAG Monografie: avvocati, banchieri, chi sono e come sono i professionisti del domani

di michela cannovale

Il ricambio generazionale è in atto, e non è solo una questione di età.

Non sono più solo avvocati e banchieri, almeno non nel senso tradizionale. La nuova generazione che si affaccia alla guida degli studi legali, delle banche, dei family office e dei fondi di private equity ha profili diversi e ambizioni nuove. C’è chi ha scelto la professione, ma l’ha reinventata. Chi ha ereditato un ruolo, ma lo interpreta con altre modalità. Chi ha lasciato le big firm per costruire modelli alternativi. È da qui che parte questa seconda monografia del 2025 di MAG: dalla consapevolezza che il ricambio generazionale è in atto, e non è solo una questione di età. Si tratta di una trasformazione più profonda: nuovi modi di intendere la leadership, nuovi percorsi di carriera, nuovi equilibri sociali. È una fase di transizione in cui ogni passaggio di testimone è anche una riscrittura delle regole. E a volte, come nel caso di Andrea Arosio e Tobia Croff, una reinvenzione totale della professione. Ex avvocati d’affari che hanno scelto di creare nuove forme di business legale, aprendo la strada a modelli inediti.

Abbiamo provato a dare forma a questa trasformazione. Con un sondaggio realizzato ad hoc, abbiamo messo a confronto generazioni diverse all’interno degli studi legali: come si relazionano, quali frizioni emergono, quali sono i punti di contatto. Abbiamo capito che la generazione senior resta centrale, ma è chiamata oggi a fare spazio, a trasmettere, a decidere se e quando lasciare. Una decisione, questa, che spesso è regolata dagli statuti: in molte firm esiste oggi un limite di età oltre il quale non si può più essere soci. Ma cosa succede dopo? Che cosa resta, anche della relazione con i clienti? Intanto, nuovi leader stanno emergendo. Una generazione under 50 guida oggi alcuni dei principali studi internazionali e italiani, portando con sé un linguaggio diverso, un’idea di leadership meno gerarchica, più orientata alla costruzione di valore condiviso. Ma il cambiamento si scontra anche con le fragilità strutturali del mercato: retribuzioni basse, scarse tutele, prospettive incerte. È il paradosso dei “poveri avvocati”: giovani brillanti che faticano a immaginarsi un futuro, nonostante abbiano tutte le carte in regola per costruirlo. La “prossima generazione” non si esaurisce però nella traiettoria lineare di una carriera. Rachel Cohen, avvocata americana, ha scelto di dimettersi da Skadden per dare alla propria professione un significato diverso, più coerente con le proprie aspettative. Un gesto che parla a tanti giovani professionisti, spesso attratti da studi prestigiosi, ma anche disillusi da carichi insostenibili e percorsi opachi.

Nel mondo della finanza, il passaggio generazionale si gioca su un altro piano: quello della continuità della governance. Guido Giubergia ci racconta la transizione vissuta in Ersel, simbolo di una finanza familiare che diventa istituzione. E, intanto, strumenti come il private equity si confermano leve strategiche per gestire il ricambio, accompagnare le imprese nelle fasi di transizione, rafforzare le nuove generazioni senza snaturare le radici. Questa monografia è, in fondo, un racconto corale: non di chi verrà dopo, ma di chi sta già cambiando le cose. Giovani e meno giovani che si muovono in un ecosistema professionale che evolve, si frammenta, si reinventa. Una generazione che non ha solo il compito di prendere il posto di qualcun altro, ma la responsabilità – e l’opportunità – di costruire un nuovo modo di stare nel mercato. Un nuovo modo di essere professionisti.

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