MACCHI VINCE AL CONSIGLIO DI STATO CON FRI-EL

Macchi di Cellere Gangemi ha assistito le società del gruppo Fri-El, RWE e Veronagest, titolari di impianti eolici, nel ricorso davanti al Consiglio di Stato presentato dall’Autorità per l’Energia elettrica il gas e il sistema idrico contro la sentenza del Tar Milano di annullamento della Delibera AEEG 281/2012, che imponeva i costi dello sbilanciamento della rete a unità di produzione di energia da fonte rinnovabile non programmabile secondo le stesse regole fino ad ora applicate ai soli produttori di energia elettrica da fonte programmabile.
 
“Il Consiglio di Stato ha accolto integralmente il ricorso da noi proposto – sottolinea Germana Cassar (in foto), partner dello studio Macchi di Cellere Gangemi – accogliendo in pieno le nostre censure” e chiarendo che “non è consentito regolare in maniera uguale fattispecie oggettivamente diverse” dal momento che le previsioni di energia prodotta e immessa in rete da unità di produzione non programmabili come l’eolico non possono raggiungere il medesimo livello di precisione delle fonti programmabili.
 
La regolamentazione in merito all’imposizione dei costi di sbilanciamento anche su unità da fonte non programmabile è ora tutta da rifare. “I giudici del CdS vorrebbero che i costi di sbilanciamento fossero allocati sui produttori che effettivamente e colpevolmente sbilanciano la rete, tenuto conto della peculiarità delle fonti. La sentenza – conclude Cassar – segna pertanto un importante orientamento in un momento in cui il Governo intende adottare forme di penalizzazione generalizzata delle fonti rinnovabili (cd “spalma incentivi”) palesemente in contrasto non solo col favor riconosciuto dall’ordinamento alla produzione di energia pulita ma anche col principio di non discriminazione e di parità di trattamento, principi cardine dell’ordinamento comunitario e nazionale”.
 
 

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