Macchi di Cellere in campo contro la soglia massima di producibilità

Macchi di Cellere Gangemi ha impugnato davanti al Tar Roma, nell’interesse di un centinaio di operatori e della neocostituita associazione Italia Solare, il documento tecnico di riferimento per il mantenimento degli incentivi al fotovoltaico. Gli operatori sono stati costretti a notificare ieri il ricorso, ultimo giorno utile ai sensi di legge, perché il GSE, contrariamente a quanto preannunciato, non ha pubblicato alcuna revisione sostanziale del documento tecnico.

Il ricorso censura la ben nota e già contestata introduzione della soglia massima di producibilità che andrebbe a ridurre gli importi da erogare da parte del GSE a titolo di incentivi. Il GSE non ha alcun potere di introdurre la suddetta soglia e neppure richiamando il raggiungimento del costo indicativo accumulato annuo di 6,7 miliardi di euro. Tale limite non ha la finalità di applicare una soglia massima di producibilità agli impianti incentivati ma è stato introdotto per limitare l’ambito di operatività del V Conto.

“Oltretutto il raggiungimento del tetto dei 6,7 miliardi di euro annui – sostiene Germana Cassar (in foto), partner dello studio legale – non può dirsi più corretto in quanto molte delle risorse rientranti nel calcolo dei 6,7 miliardi e su cui si è basata la dichiarazione circa il raggiungimento di tale tetto non risultano assegnate per effetto di molteplici provvedimenti di decadenza dagli incentivi e dell’abbandono di diverse iniziative computate nell’ultimo registro pubblicato dal GSE. Del resto – ribadisce Cassar – il dtr non chiarisce come questo calcolo sia stato effettuato, certamente non può più essere utilizzato il contatore fv, che stranamente il GSE non ha più aggiornato, né lo ha fatto prima dell’adozione del dtr”.

Illegittime, secondo lo studio e i suoi assistiti, appaiono anche alcune previsioni come il divieto di effettuare interventi finalizzati all’aumento della sola producibilità degli impianti senza alterazione della potenza nominale e il gravoso e irrazionale sistema di comunicazioni che arriverebbe a riguardare anche meri interventi di manutenzione irrilevanti ai fini dell’accesso agli incentivi. Si pensi ad esempio ad una nuova tecnologia di inverter in grado di evitare perdite di energia: secondo il dtr tale intervento di sostituzione, pur non alterando le condizioni di accessibilità agli incentivi, sarebbe vietato sebbene dovrebbe rientrare nel diritto alla libertà di impresa del produttore costituzionalmente garantita dall’art. 41. Tanto più che la produzione di energia da fonti rinnovabili risponde a finalità di interesse pubblico, quali ad esempio la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.

Il dtr, infine, secondo la tesi di Macchi di Cellere Gangemi, sarebbe anche viziato da sviamento di potere: il GSE, pur dichiarando l’intenzione di introdurre le “regole per il mantenimento degli incentivi in conto energia”, persegue in realtà un fine diverso per il quale non ha alcun potere, cioè quello di diminuire in modo gravoso gli importi da erogare a titolo di incentivo, sebbene gli stessi siano stati già riconosciuti con la stipula delle convenzioni sottoscritte con il GSE.

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