M&A, il 2023 è stato l’anno di Chiomenti

di nicola di molfetta

Nessuno come loro. Gli avvocati di Chiomenti, nel 2023, sono stati i protagonisti indiscussi del mercato m&a. In particolare, se si guarda ai big deal dell’anno, ovvero alle prime dieci operazioni per valore, annunciate nel corso dell’ultimo esercizio. È quanto emerge dalla rielaborazione che MAG ha fatto dei dati contenuti nel sesto Global M&A Report curato da Bain & Company.

Lo studio delinea una fotografia dell’ultimo anno di fusioni e acquisizioni mettendo in evidenza, tra le altre cose, che il comparto, in Italia, ha registrato una flessione rispetto al 2022 con il valore complessivo delle operazioni annunciate che si è fermato a 28 miliardi di dollari (-12%) e il numero di deal che si è ridotto dell’8%. La performance italiana è risultata allineata ai dati registrati a livello globale con il valore del mercato che è sceso del 15% attestandosi a 3.200 miliardi di dollari, toccando i minimi del decennio. Un trend, si legge nel report, legato anzitutto al rialzo dei tassi d’interesse, all’incertezza macroeconomica e soprattutto al divario nelle valutazioni con un multiplo delle operazioni strategiche complessive che si è attestato a 10,1 volte, il più basso degli ultimi 15 anni.

«Il calo dei multipli delle operazioni ha creato un’atmosfera di attesa lo scorso anno – spiega Pierluigi Serlenga, managing partner Italia di Bain & Company -. Tuttavia, le mega-operazioni realizzate nella seconda metà del 2023 sono un possibile indicatore del fatto che gli operatori siano pronti a guardare avanti. Quest’anno, gli acquirenti puntano su un crescente accumulo di operazioni. La necessità di liquidità motiverà alcuni player, mentre altri cederanno asset rimodellando i loro portafogli».
Anche il mercato nazionale è stato trainato da un’intensa attività nella seconda metà dell’anno. «Il calo è stato generalizzato, ma due settori in particolare hanno messo a segno una performance brillante: quello della salute e Lifescience e il mondo delle telecomunicazioni, cresciuti rispettivamente del 505% e del 237% – prosegue Serlenga -. Per la prima volta dal 2014, però, nel nostro mercato lo scorso anno non è stata registrata nessuna mega-operazione (superiore ai 5 miliardi di dollari)».

L’unica operazione che avrebbe raggiunto la soglia dei mega-deal sarebbe stata la fusione tra Iliad Italia e Vodafone Italia a cui il report di Bain & Company assegna un valore di 4,9 miliardi di dollari. Ma, come noto, al momento la cosa non è andata in porto visto che lo scorso primo febbraio la società spagnola ha fatto sapere che Vodafone ha restituito al mittente l’offerta che, il precedente 18 dicembre, era stata addirittura migliorata arrivando a valorizzare Vodafone Italia 10,45 miliardi di euro. In virtù di quel progetto, Vodafone avrebbe ottenuto 6,6 miliardi di euro di proventi in contanti e 2 miliardi di euro di finanziamento soci, oltre a una quota del 50% della nuova società, garantendo così la salvaguardia dei livelli occupazionali. In questa operazione, secondo quanto appreso da MAG, Iliad sarebbe stata affiancata da un pool legale dello studio Chiomenti. In ogni caso, il Gruppo Iliad ha fatto sapere di restare totalmente impegnato sul mercato italiano e di essere interessato a continuare «a rafforzare la propria posizione e a perseguire con determinazione la conquista di quote di mercato in tutti i segmenti».

Ma questa non è l’unica delle dieci operazioni più ricche dell’anno su cui gli avvocati dello studio guidato dai managing partner Filippo Modulo e Gregorio Consoli sono risultati al lavoro sulla base delle elaborazioni di MAG. Infatti, una squadra multidisciplinare, guidata dai partner Modulo, Salvo Arena e Corrado Borghesan, ha affiancato i fondi affiliati a Bdt & Msd Partners, nell’acquisizione della quota in Ima detenuta da Bc Partners. Nell’operazione, che il report Bain valorizza 3,2 miliardi dollari (rendendola di fatto l’operazione più ricca del 2023), White & Case ha assistito Ima e i suoi azionisti con un team guidato dai partner Michael Immordino e Leonardo Graffi. Poggi & Associati, invece, ha supportato il top management della società nell’ideazione e nella realizzazione dell’operazione con un team guidato dal name partner Luca Poggi, dai partner Emanuele Gnugnoli e Alessandra Dalmonte. Kirkland & Ellis ha assistito BC Partners. Mentre, Facchini Rossi Michelutti FRM ha assistito BC Partners e IMA Group relativamente agli aspetti fiscali e lo studio Tremonti Romagnoli Piccardi e Associati ha prestato assistenza fiscale nella vendor due diligence.
Sempre Chiomenti (ancora una volta con una squadra guidata dal managing partner Modulo) ha agito per Msc nell’acquisizione della quota del 50% di Italo Ntv detenuta da Gip (deal con un valore pari a 1,7 miliardi di dollari), affiancato da PedersoliGattai che ha lavorato con un team coordinato dal socio Carlo Montagna. E ancora, lo studio di Via Verdi ha fornito consulenza regolamentare a Ion (che per i profili m&a è stata invece assistita da Gattai) nell’ambito dell’acquisizione di Prelios da 1,5 miliardi di dollari (per i venditori, Linklaters e Russo De Rosa). E sempre Chiomenti ha seguito la vendita di Arag a Nordson Corporation che nel deal (valorizzato 1 miliardo di dollari) è stata affiancata da un team di Jones Day. 
In pratica, un’operazione su due, tra i super-deal del 2023 ha visto al lavoro lo studio Chiomenti. Le altre insegne che compaiono in almeno due delle dieci maggiori operazioni dell’anno sono:…

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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