L’Unione delle Camere Penali condanna gli attacchi del governo Usa contro avvocati e Cpi
L’Unione delle Camere Penali (Ucpi), presieduta dall’avvocato Francesco Petrelli, ha sottoscritto, insieme ad altre importanti associazioni forensi internazionali (leggi qui), un comunicato congiunto promosso dalla Law Society of England and Wales, che denuncia l’ordine esecutivo firmato il 6 febbraio 2025 dal Presidente degli Stati Uniti d’America, con cui vengono imposte sanzioni contro il personale della Corte Penale Internazionale (CPI) ed i parenti più prossimi. Tale provvedimento costituisce una seria violazione del diritto internazionale e un inaccettabile tentativo di intimidazione nei confronti di coloro che operano per assicurare giustizia per i crimini internazionali più gravi.
La CPI, istituita dal Trattato di Roma nel 2002, è un tribunale permanente e indipendente con il compito di perseguire i crimini più gravi che minacciano la comunità internazionale, tra cui genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità e crimine di aggressione. Il provvedimento dell’amministrazione statunitense non solo mina l’indipendenza della Corte, ma crea un pericoloso precedente che potrebbe dissuadere altri attori internazionali dall’adempiere ai propri doveri di giustizia.
Oltre all’attacco alla CPI, il comunicato congiunto denuncia ulteriori provvedimenti adottati a livello domestico dagli Stati Uniti che minano il libero esercizio dell’attività da parte di magistrati ed avvocati. Tra questi, la decisione del Dipartimento di Giustizia di far archiviare un’indagine per corruzione contro il sindaco di New York, che ha portato alle dimissioni di sei procuratori federali, gli ordini esecutivi che hanno revocato le autorizzazioni di sicurezza a studi legali che avevano rappresentato cause considerate scomode dall’amministrazione in carica, e la denuncia da parte della Federal Trade Commission dell’American Bar Association, associazione di avvocati fondata nel 1878, che aveva stigmatizzato il clima di ostilità nei confronti degli operatori del diritto da parte dell’amministrazione.
L’UCPI si unisce alla condanna espressa da esperti indipendenti delle Nazioni Unite, i quali hanno definito le sanzioni contro la CPI una palese violazione dei diritti umani e del principio di indipendenza della giustizia. Inoltre, il provvedimento potrebbe configurarsi come un reato contro l’amministrazione della giustizia ai sensi dell’Articolo 70 dello Statuto di Roma, che punisce le interferenze o le ritorsioni contro i funzionari della Corte.
I firmatari del comunicato congiunto chiedono con forza al governo degli Stati Uniti di:
- Revocare immediatamente l’ordine esecutivo che impone sanzioni contro il personale della CPI e i loro familiari;
- Cessare ogni forma di intimidazione e interferenza nei confronti dei magistrati, sia a livello internazionale che domestico;
- Rispettare i principi fondamentali delle Nazioni Unite sul ruolo degli avvocati, che garantiscono la loro indipendenza e la possibilità di esercitare le proprie funzioni senza timore di ritorsioni.
L’indipendenza della magistratura e dell’avvocatura sono pilastri dello stato di diritto e condizioni imprescindibili per la tutela dei diritti fondamentali. L’UCPI, come d’abitudine, continuerà a vigilare e a denunciare ogni attacco alla giustizia e ai suoi protagonisti, in Italia e nel mondo.