L’ORA DI UN PRATICANTE AVVOCATO? VALE MENO DI UN CAFFE’
Praticanti oggi. I 18 mesi che separano la vita di un giovane laureato, dalla possibilità di sostenere l’esame di Stato per l’iscrizione all’Albo degli avvocati somigliano sempre più a una prova di resistenza i cui principali fattori di difficoltà sono rappresentati dalla ricerca di un avvocato ossia di uno studio legale dove si possa incontrare un vero e proprio mentore, e dalla possibilità di vedersi riconosciuto un compenso per il lavoro svolto nello studio durante il tirocinio.
Un gruppo di praticanti di Genova ha da poco pubblicato la versione definitiva di un sondaggio (su un campione di 1.235 praticanti in tutta Italia) sullo stato in cui si trovano a operare i loro colleghi non solo nel capoluogo ligure, ma in tutta Italia, nel corso del 2013. I dati che ne scaturiscono sono eloquenti. L’avvocato che decide di prendere sotto la sua ala il giovane dottore in giurisprudenza viene, ancora oggi, chiamato dominus. L’espressione latina indicava chiunque godesse di un potere assoluto sulle cose o le persone. In questo caso il potere assoluto viene esercitato sui “giovani di bottega”.
Ma ciò che è peggio, come scrivono i praticanti genovesi, è che «accade che il dominus recluti il neolaureato pur non avendo la benché minima intenzione di insegnare la professione o di inserirlo nel proprio studio». Verrebbe allora da domandarsi perché farsi carico di questo giovane apprendista se poi non gli si voglia insegnare nulla e addirittura se sia già chiaro, nella testa del dominus di turno, che per l’aspirante legale non ci sarà posto nella propria organizzazione professionale. La risposta sembra piuttosto semplice: è gratis! O quasi. Già, perché, come hanno riscontrato i curatori di questo sondaggio svolto su internet, «i praticanti si trovano a dover lavorare per una media di 9/10 ore al giorno a fronte di una retribuzione nulla o irrisoria svolgendo spesso compiti più simili a quelli di una segretaria». La media dei rimborsi spese è di 182,04 euro.?Insomma, si tratta di braccia a disposizione del dominus che, nel peggiore dei casi, per potersele permettere deve investire meno che un caffè all’ora: 70 centesimi di euro.