LOCONTE, LA MAXI LIQUIDAZIONE DI PROFUMO? «ECCESSIVA»

L'ipotesi (rietrata) di dimissioni da parte di Alessandro Profumo (nella foto) dalla presidenza del Monte dei Paschi di Siena, nei giorni scorsi, aveva acceso i rumor sulla possibile buona uscita che, questa volta, l'ex numero uno di Unicredit sarebbe riuscito a spuntare. Infatti, con i suoi 40 milioni di "liquidazione", quella che il banchiere, assistito da Marcello Giustiniani di Bonelli Erede Pappalardo, ottenne nel 2010 resta ad oggi una delle più ricche mai pagate in Italia. Tanto che l'Adusbef, a gennaio 2012, per mezzo del suo presidente, l'allora senatore Elio Lannutti, aveva presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma per verificare la congruità e legittimità dell'assegno pagato da Piazza Cordusio al suo ex amministratore delegato. Il relativo fascicolo fu affidato ai pubblici ministeri Nello Rossi e Michele Nardi.

La procura di Roma ha affidato una perizia all'avvocato Stefano Loconte, fondatore dello studio Loconte & Partners, il cui esito è stato divulgato dal sito de Il Fatto Quotidiano. Secondo l'avvocato, l'entità della buonuscita non configura alcun reato. Tuttavia, nella sua perizia, il legale mette in evidenza che quella super-liquidazione rappresenta un «depauperamento patrimoniale». Nella frase conclusiva della perizia, Loconte scrive: «Il depauperamento patrimoniale in danno della società e degli azionisti riscontrato nella corresponsione a Profumo di un’incentivo all’esodo non congruo, perché eccessivamente elevato, pur non integrando alcun reato potrebbe, rilevare un illecito di natura civilistica». Secondo la perizia, applicando il contratto, l’ex ad di Unicredit avrebbe avuto al massimo diritto a 20 milioni di buona uscita.

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