«LO STUDIO LEGALE SI TRASFORMA IN IMPRESA»
Avvocati al bivio. Chiamati a scelte radicali. Rivoluzionarie. O si cambia o si affonda. I modelli tradizionali d’esercizio della professione non sono più in grado di rispondere alla domanda che arriva dal mercato. E così, dopo quasi sei anni di crisi senza sosta, è arrivato il momento di prendere il coraggio a due mani e decidere di passare dal vecchio studio legale associato all’impresa. ?E’ questa la tesi che Caura Barszcz (nella foto), giornalista francese e direttrice di Juristes_associés, porta avanti nel suo libro “Du cabinet à l’entreprise”. Il mercato d’Oltralpe ha molti punti in comune con quello italiano. Le radici latine, una tradizione refrattaria alla concezione della professione come attività d’impresa, una diffusa resistenza al cambiamento e alla modernizzazione. Ma in Francia, come nel nostro Paese, non è più tempo di tergiversare. E la formula giusta per riuscire a interpretare in modo efficace questa evoluzione parte anzitutto dalla organizzazione delle strutture destinate a passare dal classico modello piramidale a un modello cilindrico.
Direttice Barszcz, lei sostiene che l’attività degli avvocati, in Francia, sta evolvendo dalla classica dimensione dello studio legale a quelle dell’impresa. Ma i legali sono consapevoli di questo processo?
L’evoluzione è lenta ed è spinta da determinate necessità: affrontare la crisi economica e finanziaria da una parte e rispondere alla domanda dei clienti che chiedono sempre più professionalità ed efficacia.
Si tratta di un fenomeno indotto…
Gli studi legali sono più abituati a reagire operativamente che strategicamente e la presa di coscienza dei fenomeni di mercato è lenta soprattutto per quelle realtà che, almeno per un po’, sono state risparmiate dalla crisi, magari perché attive in settori più protetti dalle fluttuazioni del mercato. Chi, invece, lavora su operazioni internazionali, sta affrontando l’imperativo del cambiamento dal 2009.
Perché bisogna passare dallo studio legale all’impresa? Chi lo chiede?
I clienti sono diventati consumatori consapevoli di servizi legali. L’artigianato, anche quello di lusso, non viene più richiesto se non per urgenze molto specifiche o esigenze particolarmente strategiche.
E per il resto?
Per qualunque altro dossier e nella quotidianità, i clienti vogliono dei fornitori capaci di agire e reagire come loro, che siano in grado di comprendere non solo il diritto ma gli obiettivi e i bisogni del business. E gli effetti di questa evoluzione si producono anche all’interno della categoria professionale.
In che senso?
Le nuove generazioni di giuristi vogliono lavorare in strutture moderne capaci di utilizzare i processi e le tecnologie, capaci di pensare in termini di carriera. Questi sono cambiamenti profondi.
E quali sono le difficoltà maggiori che s’incontrano nel tentativo di realizzare questi cambiamenti?
Il freno maggiore è di tipo culturale: le mentalità evolvono molto lentamente. Ogni cambiamento è doloroso. Ci sono voluti i problemi finanziari e l’impossibilità di avere una visione nitida di quello che sarebbe stato il futuro del settore per spingere i soci di tanti studi a rimettersi in questione. Ammettere che la professione è cambiata non facile.
Quali possono essere i benefici di questo cambiamento?
Gli studi legali hanno tutto da guadagnare, soprattutto sul fronte della istituzionalizzazione. Tra gli studi di matrice latina (penso ai francesi ma vale anche per gli italiani) solo ora si comincia a capire che il passaggio generazionale, per essere gestito efficacemente, richiede un’organizzazione imprenditoriale della struttura.
Come cambia l’organizzazione dello studio-impresa?
?Lo studio deve rimetter mano a tutti i suoi processi: dall’organizzazione del lavoro, alla gerarchia, al recruiting dei professionisti, passando per le modalità di retribuzione dei collaboratori, i percorsi di accesso alla partnership e il servizio clienti.
Sembra impegnativo…
Bisogna investire tanto. Investire in tutti gli strumenti del fare impresa: studi di mercato, knowledge management, project management, comunicazione, eventi e anche professionisti che non siano avvocati.
A proposito di gerarchia, lei parla di fine del modello piramidale: quale sarà il nuovo modello?
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