LO STATO FA CASSA E AI “SUOI” AVVOCATI CHIEDE 40 MILIONI

di nicola di molfetta

Tutti devono fare la propria parte. Senza eccezioni. Le casse dello Stato languono. C’è un deficit da ripianare. E un debito da esorcizzare. Capita così che il dl sulla Pubblica Amministrazione vada a toccare anche le tasche dell’avvocatura dello Stato e quelle di tutti gli enti pubblici. I compensi delle toghe di Stato vedranno scendere dal 75% al 10% il premio per le liti. Inoltre, in tutti i casi in cui il pronunciamento del giudice preveda una compensazione integrale delle spese, compresi i casi di transazione in seguito ad una sentenza favorevole alle amministrazioni, agli avvocati dello Stato non verrà corrisposto il compenso professionale, in aggiunta allo stipendio che percepiscono in qualità di dipendenti.

Secondo stime della Funzione pubblica gli avvocati dello Stato ricevono 60 milioni di parcelle, le compensazioni ordinate dal giudice ammontano a circa 42 milioni di euro, che a questo punto saranno incamerati dallo Stato.

Di stretta sui compensi si parlava da giorni e per tentare di far tornare l’esecutivo sui propri passi, il comitato nazionale dell'associazione unitaria degli avvocati e procuratori dello Stato (Auaps) il 12 giugno aveva annunciato l'astensione del personale togato dalle udienze per l'1, 2 e 3 luglio contro i tagli. Un’astensione preventiva. Che è servita a poco. Almeno così sembra per il momento, visto che Renzi e i suoi non sono arretrati di un millimetro. Sciopero o non sciopero il governo ha deciso di andare dritto per la sua strada.

Non è più tempo di eccezioni. E certi privilegi del passato fanno fatica a essere difesi. Tanto più che a differenza dei colleghi “di libero foro” gli avvocati dello Sato non devono affrontare alcun rischio d’impresa: nessuna pressione sulle fese, nessuna fatica per incassare le parcelle, nessun pericolo di perdere il proprio cliente. A fine mese, che piova o ci sia il sole, ricevono il loro stipendio. Di sicuro si tratta di un sacrificio consistente. Ma arriva in un momento storico particolare che non può ammettere doppiopesismi di alcun genere. (nella foto, una scultura di Matteo Pugliese)

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