Eseguito il riparto della liquidazione del Consorzio ZIAC. I professionisti

È stato eseguito il riparto finale della liquidazione coatta amministrativa del Consorzio per lo Sviluppo Industriale dell’Aussa CornoConsorzio ZIAC, ente pubblico economico assoggettato alla vigilanza della Regione Friuli Venezia Giulia, con un passivo di circa 90 milioni di euro, di cui circa 50 generati originariamente da esposizioni bancarie. Il realizzo dell’attivo ha fruttato circa 13 milioni di euro.

La chiusura della parte privatistica del processo è stata resa possibile da un’azione coordinata che ha visto come attori principali la stessa Regione, il Consorzio per lo sviluppo economico del Friuli (subentrato nell’esercizio delle funzioni istituzionali al consorzio in liquidazione coatta amminsitrativa) e il commissario liquidatore Marco Pezzetta (nella foto), managing partner di Molaro Pezzetta Romanelli Del Fabbro & Partners, che ha gestito l’intera procedura, coadiuvato dal partner Manuela Della Picca e dall’associate Mattia Mestroni. Il commissario liquidatore è stato assistito a sua volta sotto il profilo legale nelle diverse vicende (fallimentari e amministrative) dall’avvocato Roberto Paviotti di Paviotti studio legale di Udine.

Per la Regione Friuli Venezia Giulia, quale autorità di vigilanza, ruolo preminente è stato rivestito dalla Direzione Centrale Attività Produttive, in coordinamento con il Comitato di Sorveglianza, presieduto dall’avvocato Stefano Fruttarolo dello studio Fruttarolo Pecile Cappelletti e Chiavon di Udine.

La liquidazione

Ai creditori è stata formulata nel secondo semestre del 2021 la proposta di aderire in via preventiva al progetto di riparto, accettata dal 99,1% del passivo. La proposta formulata ha consentito tempi rapidi e valori minimi certi delle cessioni dei beni.

Il processo è stato particolarmente complesso. L’esercizio provvisorio dell’attività di impresa, chiusosi in utile, si è reso necessario in una prima fase per mantenere continuità nei servizi alle imprese insediate e nell’esercizio delle funzioni anche urbanistiche dell’ente oltre che per tutelare l’occupazione di 14 dipendenti. Il patrimonio indisponibile dell’ente (in quanto destinato a finalità di carattere pubblico) è stato devoluto ex lege al soggetto subentrato a quello in dissesto nell’esercizio delle funzioni istituzionali, così da perseguire obiettivi di sviluppo industriale e infrastrutturale.

Infine, la Corte Costituzionale, con una sentenza pubblicata il 3 marzo, recependo le osservazioni formulate dalla avvocatura della Regione Friuli Venezia Giulia, ha sancito l’inammissibilità delle questioni di legittimità costituzionale sollevate da due creditori, cristallizzando i risultati conseguiti, ivi compreso il riparto finale che, peraltro, non ha ricevuto alcuna contestazione.

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