L’Intelligenza artificiale e avvocati? Strumenti ancora alla portata di pochi

Trend in crescita per gli investimenti in tecnologia nelle professioni legali: avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro. Ma gli impegni finanziari, ancora piuttosto contenuti salvo nel caso degli studi multidisciplinari (generalmente studi associati in cui operano professionisti appartenenti a diverse categorie), sono indirizzati ancora a dotazioni di base. È quanto emerge dall’ultima edizione  dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale del Politecnico di Milano. Nel 2019 la spesa ICT di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro ha raggiunto un valore di 1,497 miliardi di euro, in crescita del 18% rispetto all’anno precedente, trainata soprattutto dagli obblighi della fattura elettronica e del registro dei corrispettivi telematici, ma anche dalla crescente diffusione della cultura digitale all’interno degli studi. Nonostante le difficoltà dell’emergenza Covid, le stime per il 2020 indicano un’ulteriore crescita degli investimenti digitali di almeno il 4,8%, con il 30% degli studi che prevede un incremento del budget ICT, e una spesa complessiva pari a 1,569 miliardi di euro. Gli avvocati investono decisamente meno delle altre categoria professionali avvocati: 6.700 euro contro gli 11.500 euro dei commercialisti. Il budget medio per i consulenti del lavoro è di 8.900 euro mentre gli studi multidisciplinari investono in tecnologia circa 22mila euro. Nel 2020 il budget non diminuirà, semmai aumenterà. Fra gli studi che prevedono un incremento, il 16% destinerà fino a un 20% di risorse in più, il 9% fino al 50% e il 5% le aumenterà di oltre il 50%.

Le tecnologie più diffuse sono la firma elettronica, utilizzata dal 98% degli studi legali e multidisciplinari e dal 96% di commercialisti e consulenti del lavoro, e la firma digitale remota (78% degli avvocati, 90% dei commercialisti, 79% dei consulenti del lavoro e 93% dei multidisciplinari).

Ancora marginale la diffusione di tecnologie di frontiera come l’intelligenza artificiale (impiegata dal 9% dei legali, dall’8% dei commercialisti, dal 10% dei consulenti del lavoro e dal 14% degli studi multidisciplinari) e della blockchain (presente solo nel 2% degli studi legali e multidisciplinari e nell’1% dei commercialisti). …

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