L’impatto del conflitto Russia-Ucraina sulle aziende: il webinar di GOP
«Non ci aspettavamo di vivere una guerra in Europa, dopo 75 anni di pace», così esordisce Francesco Gianni (in foto, a sinistra), founding partner dello studio Gianni & Origoni (GOP), nel presentare il webinar “Il conflitto Russia-Ucraina: quale impatto sulle aziende”. Un’ora di riflessioni, focalizzate principalmente su tre aspetti: il quadro geopolitico, le conseguenze economiche e gli aspetti normativi legati a sanzioni (e contro-sanzioni).
LEGGI ANCHE: FRONTE LEGALE, LA GUERRA IN UCRAINA E GLI STUDI LEGALI ITALIANI IN CAMPO, TRA SANZIONI E ASSISTENZA ALLE IMPRESE. L’ARTICOLO SU MAG
Il quadro geopolitico

Ciascun ambito è stato affrontato da un diverso interlocutore. Pietro Benassi, rappresentante permanente d’Italia presso l’Ue, ha illustrato la risposta dell’Unione europea all’invasione russa in territorio ucraino: «Elemento fondamentale, e non previsto da Mosca, è stata l’unità, la tempestività e l’efficacia della reazione». «La vicenda ucraina – ha commentato Benassi – oltre a ricompattare l’Ue, che dopo il Covid aveva già ritrovato unità d’intenti, ha ricompattato anche la Nato».
Le implicazioni economiche
A Giovanni Fiori, professore ordinario di Economia aziendale alla LUISS, il compito di affrontare le implicazioni economiche per le aziende italiane nel breve e medio termine. Per l’economista, se l’impatto del conflitto sull’export e sul sistema finanziario è grave, ma può essere gestito tramite un sistema di aiuti pubblici in stile Next Generation EU, il tema più delicato riguarda le materie prime: «Ben prima della guerra il costo dell’energia era raddoppiato e questa crisi crea un problema ulteriore e non di facile soluzione, soprattutto se la guerra dovesse durare tanto».

Per Fiori, non ha funzionato il sistema di risk management: «Occorre tornare a sistemi di supply chain che massimizzino il valore nel medio-lungo termine: creare catene di valore in prossimità e diversificare le fonti di energia. Serve una mentalità di lungo termine, che è mancata a Ue e Usa negli ultimi anni».
INTANTO LE LAW FIRM INTERNAZIONALI TAGLIANO I PONTI CON MOSCA. LEGGI QUI
Le sanzioni
Infine, lo sguardo dell’avvocato. Federico Busatta, partner di GOP (in foto, a destra), ha descritto l’atteggiamento dei clienti di studio in questa fase: «Le aziende manifestano l’intenzione di rispettare pienamente l’apparato sanzionatorio. Non solo per evitare le conseguenze previste, ma anche per un tema reputazionale: per non essere percepiti come non allineati alla risposta internazionale all’aggressione all’Ucraina». Per Busatta, quello delle imprese italiane è un atteggiamento “resiliente”: «Vogliono rispettare le sanzioni, ma vogliono rimanere nella Federazione russa, mettendo in pausa le attività in corso, senza perdere la possibilità di mantenere la presenza sul mercato». La sfida vera, per i professionisti del settore legale, è rappresentata dalla rapidità con cui evolve il sistema delle sanzioni: «Le aziende hanno bisogno di sicurezza per operare secondo la best practice, cioè in un modo condiviso, non solo all’interno del quadro normativo, ma anche politico. Il tema è che ci vorrebbe tempo: la best practice passa attraverso una cristallizzazione di comportamenti e poche ore non sono sufficienti. Come professionisti, dunque, si impone un cambio di prospettiva».
LEGGI L’APPROFONDIMENTO “FRONTE LEGALE” SULL’ULTIMO NUMERO DI MAG