Liberiamo pubblica le Cinque Proposte per una Riforma della Giustizia Civile
Per ripristinare una sana dinamica d’innovazione, crescita e occupazione nel Paese sono necessari massicci investimenti e questi vanno finanziati. E’ essenziale che i rapporti tra le parti siano ispirati a fiducia e trasparenza per assicurare rapidità, efficienza ed efficacia in questa interazione oggi così importante.
Anche e soprattutto su questo s’instaura l’attuale competizione tra paesi, amministrazioni e sistemi pubblico-privati. In tale direzione, il sistema della giustizia civile e il suo funzionamento sono ingranaggi fondamentali della competitività di un paese sulla scena globale.
La giustizia civile in Italia, salvo rarissime eccezioni, non funziona e opera su tempi inaccettabilmente più lunghi – dal doppio al quadruplo – di quanto si sperimenti in media nei paesi OCSE. Tale malfunzionamento condiziona chiaramente lo sviluppo economico e la capacità di attrarre investimenti del Paese, aumentando i divari territoriali, limitando la crescita delle imprese e rallentando la realizzazione dei lavori pubblici.
Le Cinque Proposte nascono dalla collaborazione di Leonardo D’Urso (economista specializzato in ADR), Roberto Italia (investitore, CEO di Space SpA e senior adviser in Italia di Cinven, uno dei maggiori fondi anglosassoni di buyout) e Andrea Zulli (avvocato, partner di uno studio legale internazionale).
Gli autori – con un approccio nuovo ed innovativo – gettano le basi per una riforma legislativa della giustizia civile mirata al raggiungimento dei principali benchmark europei di settore che, con il necessario supporto politico, sia di facile attuazione e possa attuarsi in tempi ragionevolmente brevi.
Lo studio individua cinque cause principali per il malfunzionamento della giustizia italiana:
1) eccesso di domanda di giustizia;
2) arretrato accumulato di procedimenti inevasi;
3) assenza pressoché totale di un approccio gestionale manageriale;
4) ipertrofia legislativa; e
5) mancanza di risorse finanziarie.
Si propongono quindi cinque chiari e semplici interventi di natura legislativa volti a:
1) ridurre il livello di contenzioso del 30% per rientrare nelle medie europee;
2) avviare un piano di smaltimento dell’arretrato per ridurre del 20% all’anno le pendenze;
3) creare una struttura di gestione articolata su un sistema di incentivi mirati;
4) snellire la gestione dei processi; e
5) incrementare le risorse destinabili a un piano di investimenti mirati a raggiungere i sopraccitati obiettivi.