LIBERALIZZAZIONI: BENE, ADESSO AVANTI TUTTA

di Aldo Scaringella

Immaginiamo di essere studenti universitari iscritti a giurisprudenza. Saremmo in attesa del fatidico giorno della laurea, poi ci aspetterebbe la ricerca di uno studio con il quale fare il praticantato. Diciotto mesi di sofferenza fra atti, tribunali e code burocratiche infinite, al servizio di un dominus il cui unico scopo è quello di avere collaboratori a costo zero, o quasi. Dopo i diciotto mesi ci aspetterebbe la lotteria dell'esame di stato, esame nel quale la preparazione richiesta, non sarebbe sufficiente a entrare sul mercato con la capacità di aprire un proprio studio, magari fondando un'associazione professionale, a gestirlo dal punto di vista degli investimenti e dei costi, del controllo di gestione, del recruiting di staff o collaboratori, della ricerca di un posizionamento strategico finalizzato a cercare clienti. Dando quindi per scontato di passare l'esame al primo colpo, perchè studiosi, fortunati e se il caso appoggiati, avremmo davanti due ipotesi: cercare uno studio con il quale collaborare, mettendo in conto di avere una vita da dipendente nella sostanza, ma non nella forma contrattuale, adeguatamente o miseramente retribuita a seconda della propria capacità di trovare un grande studio associato, magari internazionale (a patto di parlare bene oltre all'italiano almeno l'inglese), o uno studio con dominus in cui collaboratore o tirocinante, a parte la differenza di titolo, non hanno grande differenza di status. Oppure di aprire un proprio studio, senza però una preparazione ai cosiddetti soft skills, e soprattutto con un mercato in cui gli ordini, soprattuto alcuni, guardano con attenzione ai giovani avvocati che si mettono in evidenza, che si auto promuovono, che attuano politiche di prezzo aggressive, che cercano in sostanza di fare ciò che è corretto fare, ossia guadagnare mercato attraverso la qualità del servizio, un prezzo ragionevole e la possibilità di comunicare tutto ciò ai propri target, privati o aziende. Immaginiamo lo stesso percorso dopo le nuove liberalizzazioni per cui il signor Maurizio De Tilla, persona di grande spirito e intelligenza, nonché avvocato e presidente dell'Oua, ha dichiarato di ploclamare sette giorni di sciopero. Per la prima parte non cambierebbe nulla, o per lo meno non ancora. Dopo l'esame però, posto che con il nuovo tirocinio si recuperano sei mesi, posto che si sia in grado di passarlo per le stesse ragioni descritte in alto al primo colpo, le scelte sarebbero due. Collaborare con uno studio, come detto sopra, oppure aprire il proprio studio, certo, senza un know how particolarmente adatto alla gestione. Ma almeno un buon giovane avvocato potrebbe scegliere di identificare la propria clientela, di contattarla offrendo un preventivo chiaro e senza vincoli, di fidelizzarla offrendo un servizio adeguato alla domanda. Un grande passo avanti, di cui De Tilla e il signor Guido Alpa, Avvocato, Professore e presidente del Cnf, non dovrebbero che rallegrarsi. Mi aspetterei un'affermazione del tipo: “Finalmente i nostri giovani colleghi possono avere diritto ad un futuro, anche se si sarebbe potuto fare molto di più come dargli strumenti durante il tirocinio e in vista dell'esame sia di soft skills (gestione, comunicazione, marketing etc), sia di lavoro quotidiano (contratti di fusione di piccole imprese, distribuzione di prodotti, societario quotidiano, lettura di bilanci, infarinature di sistemi di diritti stranieri, rapporti con le banche etc), sia di tirocinio retribuito in maniera obbligatoria e con minimi garantiti (e civili) a livello nazionale, sia di scioglimento di ambiguità fra libero professionista e dipendente, sia di strumenti fiscali e previdenziali favorevoli all'associazione professionale. Magari solo ai più bravi”. No De Tilla ha pensato bene di ploclamare 7 giorni di sciopero. Caro De Tilla, questa volta, non posso accettare il relativismo di opinioni. La posizione di Oua e Cnf è una posizione oggettivamente dannosa per il Paese e per il futuro della categoria. E' paradossalmente anticorporativa. Ma questo, ne sono certo, ve lo insegnerà la storia, a te, ed anche a chi ha sempre fatto il docente, ma forse ora sarà costretto, umilmente, a fare il discente, come il prof. Guido Alpa.

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