LIBERALIZZARE DAVVERO

di Aldo Scaringella

Con lo spread ai massimi storici e l'umiliazione subita da tutto il Paese al G20di Cannes, iniziamo un periodo sotto stretta vigilanza: da una parte l'Europa e dall'altra il Fondo Monetario Internazionale che ci ha letteralmente commissariati. Ispettori del FMI monitoreranno il governo italiano facendo periodicamente il punto sugli step raggiunti. Immaginiamo ora che tutto proceda in questi termini e che non succeda niente di ulteriormente sconvolgente. Il Governo non cade e con la pistola puntata alla tempia da parte delle istituzioni internazionali procede sulla strada dei presunti impegni scritti e presentati a Bruxelles il 26 ottobre. Che ne sarà del processo di liberalizzazione delle professioni? Secondo alcune indiscrezioni le misure del governo prevederebbero l'abbattimento delle tariffe minime e le società di capitali tra professionisti diversi, per esempio tra avvocati e commercialisti. Senza avventurarmi troppo nel merito dei singoli provvedimenti, ritengo di poter affermare che se questa è liberalizzazione del mercato legale forse a qualcuno non è chiaro il concetto di liberalizzazione e soprattutto l'obiettivo. Liberalizzare significa avere un mercato libero, in cui l'accesso sia garantito a tutti coloro che ne hanno i requisiti di merito, i livelli di concorrenza siano elevati e la qualità sia comunicabile riconoscibile e premiante. E probabilmente per raggiungere questi obiettivi bisognerebbe intraprendere alcune azioni concrete a iniziare dal tipo di formazione universitaria, dal tipo e dalla qualità dei docenti interamente dedicati all'insegnamento, dalla formazione per l'accesso incentrata magari anche su materie più concrete e un pò più incentrate sulla consulenza (anche al fine per svuotare i tribunali da quegli azzeccagarbugli che pur di prendere un cliente iniziano una causa), dalla possibilità di avere organi certificatori della qualità, riconosciuti e non troppo autorefenziali e corporativi, dalla possibilità di comunicare con trasparenza e verificabilità le proprie specializzazioni acquisite sul campo attraverso l'esperienza e dalla possibilità di concordare il prezzo direttamente con il Cliente, cosa che tra l'altro oggi già avviene. Per questo parlare di liberalizzazioni solo parlando di eliminazione tariffe minime e altri strani papocchi, rischia di fare demagogia, scatenare inutilmente le ire della corporazione e dei parlamentari avvocati e non raggiungere nessun obiettivo concreto. E' indispensabile un'azione propositiva di liberalizzazione del mercato, verso una maggiore e più meritocratica concorrenza, con la responsabilità di chi capisce che nei momenti storici come questi le decisioni non si prendono per accontentare o scontentare qualcuno, ma per il bene del Paese.

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