Lexroom.ai lancia il modulo di diritto penale e potenzia l’interrogazione dei dati giuridici con l’IA

Lexroom.ai ha lanciato un modulo di diritto penale per avvocati, consulenti, aziende e studi legali: un supporto che consentirà ai professionisti del settore di ottimizzare i tempi, migliorare i processi di analisi e concentrarsi così sugli aspetti strategici e decisionali del loro lavoro.

La lentezza digitale è sistemica

La lentezza digitale del diritto penale è una delle criticità del settore legale in Italia. Nonostante sia uno dei rami più strutturati, codificati e consolidati dell’ordinamento giuridico, la maggior parte degli studi legali italiani e internazionali continua a studiarlo, applicarlo e tramandarlo attraverso strumenti tradizionali e la consultazione di repertori cartacei, archivi locali e raccolte fisiche di sentenze rappresenta ancora una parte consistente del lavoro quotidiano di avvocati, praticanti e giuristi.

Secondo l’Osservatorio Professioni Legali del Censis, infatti, la situazione in Italia è particolarmente marcata:

● quasi il 40 % delle ore lavorative di un giovane avvocato sono impiegate in ricerche documentali suscettibili di automazione – quindi alto dispendio di energie e tempo sottratto a consulenza strategica e rapporti col cliente
● l’IA è percepita come un rischio “minore” (solo l’8,1 % la indica come criticità futura), rispetto ad oneri amministrativi, ritardi nei pagamenti, durata dei processi, ecc.
● il diritto penale rappresenta una nicchia ancora poco digitalizzata per la complessità elevata dei fascicoli (atti cartacei, intercettazioni, documentazione) e per normative restrittive su privacy e catena di custodia dei dati che rallentano l’adozione di strumenti documentali avanzati.

C’è ancora una scarsa consapevolezza sul potenziale trasformativo delle tecnologie digitali nel penale: il 72,3 % degli avvocati non usa ancora strumenti di intelligenza artificiale, e ben il 17 % dichiara che non lo farà mai. Tuttavia, il 31,7 % sta valutando l’adozione futura, denotando un’apertura ma, al contempo, anche una forte resistenza culturale legata a formazione e costi.

Per una maggiore efficienza

Il modulo nasce da un percorso di co-progettazione con lo studio legale specializzato Baccaredda Boy, che ha accompagnato lo sviluppo fin dalle prime fasi per definire le esigenze concrete dei penalisti. Nel panorama in cui l’intelligenza artificiale e le soluzioni cloud stanno rivoluzionando la consulenza legale, il diritto penale resta ancorato a processi che risalgono a decenni fa. La frammentazione delle fonti e l’assenza di sistemi intuitivi di ricerca penalizzano l’efficienza. E mentre cresce la domanda di rapidità, precisione e accessibilità delle informazioni, la carenza di strumenti tecnologici adeguati rischia di diventare un ostacolo anche alla competitività degli studi legali. Lo strumento offre l’accesso immediato e centralizzato a tutte le fonti principali (normativa sostanziale e processuale, giurisprudenza di merito e di Cassazione, diritto Ue e convenzioni internazionali, disciplina penitenziaria e responsabilità amministrativa degli enti, assicurando informazioni sempre aggiornate) riducendo sensibilmente i tempi di ricerca fino a 10 ore settimanali, sfruttando il potenziale dell’AI generativa.

“L’integrazione del motore di ricerca giuridico e del nostro database proprietario con un workflow di ragionamento basato su LLM rappresenta un vero salto di paradigma: non ci limitiamo più a trovare informazioni, ma le comprendiamo e le colleghiamo al contesto dei documenti caricati dal professionista. È l’inizio di una nuova generazione di strumenti intelligenti per il diritto”, ha spiegato Andrea Lonza, cto e co-founder di Lexroom.ai.

Analizzando le tendenze di mercato e raccogliendo feedback diretti da utenti e clienti, Lexroom.ai ha individuato questa lacuna come un’esigenza reale e urgente. Il risultato è uno strumento in grado di supportare ogni fase dell’attività giuridica che riduce drasticamente i tempi di ricerca e garantisce al contempo la massima affidabilità, frutto dell’addestramento dell’intelligenza artificiale su un corpus dedicato di normativa e giurisprudenza e di diversi cicli di test, condotti direttamente da professionisti del settore, per validare l’accuratezza delle risposte e ottimizzare i livelli di dettaglio, chiarezza e completezza delle fonti.

Inoltre, Lexroom.ai ha annunciato il rilascio di una nuova versione della piattaforma che integra, per la prima volta, il proprio motore di ricerca giuridico proprietario con un workflow di ragionamento basato su LLM (Large Language Model). Questa nuova architettura consente al sistema di comprendere, contestualizzare e generare risposte pertinenti rispetto ai documenti caricati dall’utente, attivando un processo avanzato di interrogazione e analisi dei dati giuridici.

Il modello, che sarà ottimizzato progressivamente attraverso tecniche di fine tuning, è progettato per operare su volumi crescenti di documenti e fornire output con precisione incrementale, migliorando costantemente la qualità e l’accuratezza delle risposte. I primi dati confermano un tasso di apprezzamento superiore al 20% rispetto alle versioni precedenti, validando la direzione strategica dell’iniziativa.

“Questa release non introduce solo un’innovazione tecnica nel settore legale, che portiamo come pionieri in Italia, ma segna l’avvio di una nuova fase nello sviluppo di flussi di lavoro “agentici”, in cui i sistemi intelligenti agiscono in modo proattivo per supportare i professionisti del diritto lungo tutto il ciclo di gestione delle informazioni legali”, ha concluso Lonza.

letizia.ceriani@lcpublishinggroup.it

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