Lexia, accelerazione strategica
In un mercato legale in costante evoluzione, Lexia si distingue per una crescita che va oltre i numeri: nel corso di un solo anno, lo studio ha quasi raddoppiato il proprio fatturato, passando da 8 a oltre 15 milioni di euro. Un risultato che riflette una strategia di sviluppo basata su tre direttrici principali: un modello organizzativo orizzontale e dinamico, un posizionamento mirato nei settori ad alta innovazione e una progressiva espansione internazionale. Con sedi a Milano, Roma e Palermo, oltre a desk operativi negli Emirati Arabi Uniti e negli Stati Uniti, Lexia punta a consolidare la propria presenza sui mercati esteri e ad anticipare le esigenze di una clientela sempre più diversificata. A guidare questo percorso di crescita, i Managing Partner Francesco Dagnino e Alessandro Dagnino, che in questa intervista raccontano le strategie adottate, le sfide affrontate e gli obiettivi futuri dello studio.
Lexia ha quasi raddoppiato il proprio fatturato in un solo anno, passando da 8 a 15,2 milioni di euro. A suo avviso, quali sono stati i principali motori di questa crescita così significativa?
Francesco Dagnino (F.D.): Ciò che distingue Lexia è innanzitutto il team: l’età media dei nostri professionisti è decisamente più bassa rispetto alla media del mercato, e questo porta con sé dinamismo e apertura all’innovazione. Siamo fortemente posizionati nell’assistenza a clienti attivi in settori ad alta innovazione, così come ad aziende che, pur operando in settori più tradizionali, stanno vivendo importanti processi di trasformazione.
Poi?
F.D.: Abbiamo scelto un modello organizzativo orizzontale, alternativo alla struttura piramidale classica, che punta a valorizzare l’autonomia e l’iniziativa individuale. La nostra crescita non è spinta dalla mera acquisizione di fatturato, ma dall’integrazione di competenze d’eccellenza, indipendentemente dalla dimensione o dalla clientela di provenienza.
E questo in cosa si è tradotto?
F.D.: Abbiamo costruito un modello di business in cui ogni area tradizionale dello studio sviluppa servizi ad alta scalabilità, anche grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate – penso ad attività come Accounting, Tax, Payroll, raccolta deleghe per società quotate, Global Mobility & Immigration, fino alle Class Action. In parallelo, abbiamo avviato Lexia Private, un team dedicato alla clientela privata, HNWI e Affluent, che si occupa di Wealth Management, contenzioso, Real Estate, gestione di patrimoni immobiliari e consulenza su imbarcazioni e aeromobili.
La practice Corporate/M&A oggi rappresenta oltre la metà del fatturato complessivo. Si tratta del cuore strategico di Lexia o state lavorando per riequilibrare le diverse aree? E quali settori vedete maggiormente in espansione?
F.D.: Le practice che tradizionalmente trainano il fatturato dello studio sono il Capital Markets, il Corporate M&A e Venture Capital, i Financial Services e il Tax. L’obiettivo è consolidare ulteriormente queste aree di eccellenza, rafforzare le altre practice già operative e completare l’offerta dello studio con l’avvio di nuove aree di attività, cogliendo le opportunità di sviluppo che via via si presentano.
Negli ultimi dodici mesi lo studio è cresciuto grazie sia a ingressi laterali sia a numerose promozioni interne. Che tipo di modello di crescita puntate a consolidare nel lungo periodo?
Alessandro Dagnino (A.D.): La nostra visione di crescita si fonda su un modello bilanciato tra valorizzazione delle risorse interne e innesti strategici dall’esterno. In quest’ottica, l’apertura della nuova sede di Roma, avvenuta a inizio anno, rappresenta un passaggio fondamentale. Con l’ingresso dei partner Marco Martinelli e Giulio Fazio, abbiamo infatti rafforzato due practice chiave per il nostro sviluppo: l’Amministrativo e l’Energy. In tal senso lo studio persegue l’attrazione e la capacità di trattenere i talenti allo scopo di rispondere in modo efficace alle esigenze di un mercato sempre più specializzato.
Lexia è attualmente presente in tre città italiane e ha avviato un desk negli Emirati Arabi Uniti. Quali sono le vostre ambizioni in termini di sviluppo internazionale e presenza sui mercati esteri?
F.D.: Abbiamo sviluppato un modello innovativo basato sulla promozione e partecipazione a network verticali, focalizzati su specifiche aree di competenza, in alternativa ai tradizionali network internazionali di tipo generalista. Questo approccio ci consente di offrire ai nostri clienti l’opportunità di collaborare con i migliori professionisti in ciascuna giurisdizione per le aree di specializzazione rilevanti, rappresentando un chiaro vantaggio competitivo rispetto agli studi legali internazionali e a quelli aderenti a network generalisti. A titolo esemplificativo, siamo tra i fondatori del Fintech Legal Network, che riunisce studi altamente specializzati nel settore dei Financial Services e del Fintech.
Il 40% del vostro fatturato proviene già dall’estero: si tratta di un dato strutturale o pensate che possa crescere ulteriormente? Nel caso, attraverso quali strumenti (nuove sedi, alleanze, operazioni cross-border)?
A.D.: Questo dato è per noi strutturale ed è il risultato di numerosi clienti stranieri che si rivolgono a noi per realizzare i loro affari in Italia. La crescente incidenza della componente estera del nostro fatturato riflette anche la nostra capacità di intercettare e accompagnare dinamiche economiche e politiche internazionali.
In che modo?
A.D.: Stiamo consolidando la nostra presenza sui mercati chiave. Qualche mese fa abbiamo annunciato l’apertura di un desk UAE ad Abu Dhabi, con l’obiettivo di coprire l’intera area del Golfo – Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Oman, Qatar, Bahrain e Kuwait – e a breve saremo pronti ad annunciare l’apertura di un vero e proprio ufficio nella capitale emiratina, grazie all’ingresso di un socio senior che sarà basato stabilmente ad Abu Dhabi e guiderà il desk.
Ci sono altre “frontiere” aperte?
A.D.: In effetti, gli orizzonti internazionali non si fermano alla penisola arabica. Stiamo rafforzando il desk a New York, abbiamo avviato un desk in Ucraina, e guardiamo con attenzione a Bruxelles, cuore normativo dell’Unione Europea. Nuove sedi e alleanze strategiche – come un eventuale presidio operativo in Ucraina o le valutazioni per un desk oltreoceano – si inseriscono in una visione di espansione che non è solo geografica, ma anche culturale e professionale.
Lo studio si posiziona chiaramente su settori ad alta innovazione come fintech, tecnologia e rinnovabili. Come riuscite a mantenere aggiornate le competenze normative e trasversali in contesti così dinamici?
A.D.: Uno dei nostri punti di forza è la capacità di attrarre e selezionare professionisti altamente qualificati, in grado di operare in mercati complessi e in rapida evoluzione. La nostra crescita non è solo quantitativa, ma soprattutto qualitativa: investiamo costantemente nella formazione e nello sviluppo delle competenze, promuovendo una cultura della conoscenza che ci permette di anticipare i cambiamenti e affrontare le sfide normative con visione e competenza.
Guardando al futuro: che tipo di studio vuole essere Lexia nei prossimi tre anni? Avete in programma una trasformazione della governance, un consolidamento della brand identity o nuovi obiettivi strategici?
F.D.: Gli obiettivi per i prossimi tre anni prevedono, da un lato, il raggiungimento di una dimensione di circa 150 professionisti, con la copertura di tutte le principali practice e una policy interna che garantisca la presenza di almeno due partner per ciascun team. Riteniamo che questa configurazione rappresenti il giusto equilibrio tra specializzazione full service e agilità operativa.
Dall’altro lato, intendiamo proseguire nel potenziamento dei servizi complementari, anche attraverso l’integrazione di soluzioni innovative e scalabili. Non escludiamo che tale percorso possa essere sostenuto dal coinvolgimento di un investitore finanziario, qualora strategicamente coerente con la nostra visione di crescita.
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