Lettera aperta del PD agli avvocati
Riceviamo la lettera aperta che il Partito Democratico ha scritto agli avvocati e la pubblichiamo lasciando spazio ad eventuali commenti.
Lettera aperta agli avvocati Il Governo, con le manovre economiche di luglio e agosto, ha dimostrato di non avere proposte moderne e coerenti da offrire al mondo professionale italiano il quale, talvolta, ha dato eccessivo credito, nelle sue articolazioni istituzionali, ad evidenti lusinghe interessate e meramente strumentali. Il Governo e la maggioranza che lo sostiene ancora non hanno chiarito la reale posizione sulla riforma della professione forense all’esame della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati. Il Partito Democratico si oppone a chi tenta di introdurre una manichea divisione fra chi avrebbe una visione nobile, culturalmente e socialmente alta della professione, e chi la vorrebbe ridurre ad attività mercantile di natura economica. Si tratta di un evidente inganno retorico: una professione forense moderna, proiettata negli scenari dell’innovazione e della cultura giuridica europea, se per un verso deve rimanere legata alle sue radici culturali, storiche e alla sue tradizioni, confermando il ruolo dell’avvocato nella tutela dei diritti e delle libertà dei cittadini, con la dignità e il rango costituzionale tipici di una organizzazione moderna, dall’altro deve garantire un accesso libero e qualificato, una rappresentanza democratica, una condizione sociale ed economica di prestigio e di sicurezza, un approccio corretto e non esasperato ai meccanismi del libero mercato. Tutto questo manca totalmente nell’attuale situazione di crisi dell’avvocatura italiana, stretta fra un pletorico numero di iscritti all’albo e una condizione reddituale e sociale inadeguata di una parte non marginale del ceto forense. Il Partito Democratico è favorevole ad una riforma della professione forense che muova da un progetto serio, globale ed innovativo, che garantisca condizioni di lavoro dignitose, che dia prestigio all’avvocatura e che si inquadri nella tutela della centralità della giurisdizione nel sistema della regolazione dei conflitti. Il Partito Democratico non ha, quindi, alcuna contrarietà all’approvazione della riforma forense in discussione alla Camera dei Deputati ma, consapevole della necessità di profonde modifiche al testo già approvato in Senato, preannunciate dalle manovre economiche di luglio ed agosto, si ripropone di collaborare con spirito costruttivo al suo miglioramento, pur rilevando, però, che finora non è giunto né dal Governo né dalla maggioranza un segnale che indichi metodi e obiettivi.
Nel merito, peraltro, appaiono al momento inadeguate, e in più punti, le soluzioni prospettate:
sull’accesso, di fatto sostanzialmente peggiorato ed appesantito, senza che a tanto corrisponda una migliore qualificazione degli aspiranti avvocati; sui giovani avvocati che per primi soffrono le difficoltà legate all’esercizio della professione e rispetto ai quali nulla è previsto o prospettato; sulle specializzazioni forensi, essendo troppo scarsa l’integrazione con il sistema formativo universitario ed onerose, specie per i giovani, le soluzioni prospettate; sul sistema disciplinare, incompatibile con le recenti normative e la cui terzietà ed il buon funzionamento non sono garantiti ; sulla governance, essendo evidente che la eventuale centralità del Consiglio Nazionale Forense, limitamente alle funzioni amministrative, deve trovare regole efficaci, in grado di garantire una partecipazione effettiva e tendenzialmente egualitaria di tutti gli avvocati, oltreché una ovvia tutela delle minoranze; sulla possibilità di forme ulteriori e diverse di esercizio dell’attività professionale, che consentano all’avvocatura italiana di competere ad armi pari con quella internazionale; sulla opportunità di individuare e regolare ulteriori, diverse figure professionali che si vanno diffondendo, sempre più stabilmente, anche nel nostro Paese; sulla necessità di promuovere e valorizzare ulteriormente il mondo associativo forense.
Il Partito Democratico si impegna affinché:
la mediaconciliazione sia rispettosa del dettato costituzionale e degli effettivi interessi dei cittadini; sia previsto un aumento delle competenze e delle occasioni professionali per gli avvocati, con particolare riferimento alla possibilità di autenticare le scritture private aventi ad oggetto diritti disponibili, ivi inclusi quelli immobiliari; l’affidamento degli incarichi professionali da parte degli enti pubblici e da tutti quei soggetti, anche privati, che utilizzano in misura prevalente finanziamenti e partecipazioni pubbliche, siano regolati secondo criteri di trasparenza e merito; si giunga ad una ricognizione radicale del sistema della difesa d’ufficio e del gratuito patrocino, dotando il sistema territoriale della giustizia di adeguate e tempestive risorse finanziarie; sia estesa la presenza obbligatoria dell’avvocato in tutte le sedi di conflitto giurisdizionale, comprese quelle contabili e tributarie; sia riformata la rappresentanza in giudizio e il servizio legale a disposizione dello Stato e degli enti pubblici, compresi quelli territoriali e locali; sia rapidamente approvata la riforma della magistratura onoraria prevedendo la partecipazione attiva e in misura consistente dell’avvocatura, individuando i profili professionali più opportuni, al fine di con correre utilmente all’esercizio della giurisdizione; sia garantita all’avvocatura una posizione di rilievo nella governance dell’organizzazione giudiziaria e occasioni professionali adeguate nelle attività finalizzate alla diminuzione dell’arretrato giurisdizionale.
Ottobre 2011