Leofortis: Lillo e Pizzolon raccontano gli obiettivi e la strategia della nuova insegna legale
di giuseppe salemme
“Ut leo fortis in adversis” era il motto della famiglia Crotta, nel Seicento protagonista di una guerra fratricida per la proprietà dalle miniere di ferro dell’Agordino, in Veneto. Il conflitto intestino si concluse solo grazie alla determinazione di una vedova, che riuscì a ottenere giustizia dal Consiglio dei Dieci della Serenissima.
È una storia legata a un territorio ben preciso, ma con evidenti tratti di universalità. Forse anche questo ha ispirato i soci dello studio Leofortis, quando hanno deciso di richiamarla nella denominazione del loro nuovo capitolo professionale.
Lo studio Leofortis è infatti radicato nel Nord-est. Nasce da un’idea di Antonella Lillo, avvocato specializzato in diritto bancario e finanziario ed ex socia fondatrice di BM&A, studio che ha deciso di lasciare lo scorso agosto dopo più di trent’anni, portando con sé nella nuova avventura i soci Paolo Corletto (crisi d’impresa), Pietro Calzavara (contenzioso societario), Giulio Vidali (diritto amministrativo), Giacomo Pizzolon (proprietà intellettuale) ed Elisa Pollesel (diritto penale).
Il risultato dell’operazione è uno studio multidisciplinare, che parte già con una ventina di avvocati, inclusi i sei soci. «Il nostro approccio al lavoro è tipico dei veneti: lavoro, risultato, rispetto dei clienti» hanno raccontato a MAG la managing partner Lillo e l’avvocato Pizzolon. «Siamo uno studio votato all’impresa a 360 gradi» prosegue Lillo. Ma questo, in Veneto come nella maggior parte d’Italia, significa trovarsi ad avere a che fare con realtà di dimensioni diverse: dalla multinazionale, alla piccola azienda che fa capo a un artigiano diventato imprenditore. «La nostra ambizione è permettere a queste realtà di crescere, colmando quel gap culturale che c’è tra chi vede ancora l’assistenza legale e la compliance come meri costi, e chi ha intuito che rientrano tra i fattori che contribuiscono a creare valore per l’impresa», spiega la managing partner.
Leofortis persegue quest’obiettivo coltivando i rapporti con la clientela affinché siano duraturi e proficui. Qualcosa che i professionisti dello studio sono abituati a fare: «Assistiamo alcune realtà da più di trent’anni. Crediamo siano queste le condizioni ideali per offrire un’assistenza personalizzata e vicina alle loro esigenze» spiegano i due avvocati.
Ma tra gli obiettivi di breve–medio termine dello studio c’è quello di espandersi anche al di fuori dell’area di influenza storica. Parte, infatti, con tre sedi: a quella storica di Treviso e a quella di Verona, presidiata da Pizzolon, si aggiunge un avamposto a Milano, a due passi dal Duomo. Utile per essere più vicini alla clientela nazionale e internazionale, ma anche per intercettare i giovani talenti attivi nel capoluogo lombardo. «Essere presenti a Milano è per noi soprattutto un modo per attingere a un bacino di giovani professionisti con competenze, soft skills ed esperienze di livello» spiega Lillo. «Oggi i grandi studi italiani e internazionali riescono a reclutare i più bravi già dal quarto anno di università, tramite l’offerta di stage e tirocini formativi. È una dinamica che vediamo da vicino, anche in piazze come Padova o Treviso».
Ma Leofortis punta a diventare appealing per quei professionisti interessati a lavorare in una realtà più a misura d’uomo, con prospettive di crescita più concrete. «I primi feedback sono già molto positivi: e confido che sempre più giovani, dopo aver fatto le dovute esperienze, possano sceglierci per diventare avvocati a tutto tondo e avere un’effettiva prospettiva di crescita professionale» afferma Pizzolon. «Dopotutto la maggioranza dei nostri soci è formata da 40enni. Ed è nostra intenzione mantenere bassa l’età media, investendo su profili under-35 in tutte le practice che copriamo». Che siano veneti desiderosi a tornare nelle loro città d’origine, o professionisti interessati a far crescere gli uffici di Milano dello studio, Leofortis punta a mantenere l’affiatamento del team storico. Staff incluso: «Abbiamo dipendenti e collaboratori che sono con me da 20 anni» racconta Lillo. Tra questi, la responsabile della segreteria Romina Levada: «Se andasse via perderemmo tanto. Quindi ci impegniamo a creare le condizioni perché il nostro sia sempre il miglior posto in cui lavorare». Queste spaziano dalla flessibilità garantita per i neo-genitori, a una vera collaborazione tra practice. Fino al brand dello studio: «Non ci piaceva l’idea di utilizzare degli acronimi. Sganciandoci dal patronimico vogliamo rendere chiaro che lo studio non è di qualcuno: è di quelli che ci sono adesso, e di quelli che verranno».
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