Legali specializzati e tecnologia: così Illimity gestirà i grandi portafogli di contenziosi
di eleonora fraschini
Con una vasta esperienza nel mercato dei crediti deteriorati, Andrea Clamer ha partecipato fin dalla nascita all’avventura di Illimity dove ricopre la carica di head of distressed credit. In questo ruolo si è occupato del recente acquisto di un portafoglio di claim relativi a riserve tecniche da appalti da 1,8 miliardi di euro detenuto da fondi gestiti da società affiliate di Apollo Global Management.
Queste posizioni sono caratterizzate da contenziosi avviati da società di costruzioni nei confronti di enti pubblici e riguardano il risarcimento di costi imprevisti sostenuti nella realizzazione delle opere.
Includendo questa operazione, il valore complessivo dei crediti, acquistati dalla divisione distressed credit di Illimity raggiunge circa 9,4 miliardi di euro. Per approfondire l’approccio e la strategia della divisione, MAG ha intervistato Andrea Clamer.
Quali sono le funzioni della divisione distressed credit di Illimity?
Acquisiamo crediti distressed corporate, siano essi utp o npl, single name o portafogli, e li gestiamo attraverso la nostra società di servicing, Neprix. Gestiamo tutta la catena del valore in tale ambito, dall’acquisizione al finanziamento, dal servicing al remarketing, fasi, queste due, che gestiamo attraverso la nostra società Neprix.
In pratica?
Per semplificare, interveniamo quando l’imprenditore ha difficoltà a ripagare il proprio debito alla banca di riferimento. Noi troviamo un accordo con entrambe le parti subentrando al primo istituto come creditore o diventando proprietari dell’asset posto a garanzia del debito. Nella nostra divisione impieghiamo più di 300 persone, e siamo una realtà in continua e forte crescita: l’obiettivo del piano industriale 2021- 2025 è investire 3 miliardi di euro nell’acquisto e finanziamento di crediti distressed.
Avete recentemente acquistato un portafoglio di claim relativi a riserve tecniche da appalti. Di cosa si tratta?
Nel settore delle costruzioni con gara d’appalto, con soggetti pubblici che incaricano costruttori per realizzare specifiche opere, spesso emergono costi imprevisti. Tali costi, che il costruttore attende di veder ripagati, vengono da questo iscritti in bilancio alla voce “riserve tecniche” e in genere sono legati a un contenzioso legale per l’incasso.
Perché le società decidono di vendere i crediti?
In genere per trasformare subito questo credito potenziale in liquidità al servizio del business: così, a fronte di una rinuncia di una parte dell’incasso futuro, non devono aspettare la conclusione dell’iter giudiziario.
Come si è articolata l’operazione per l’acquisto del portafoglio da 1,8 miliardi?
È stata un’operazione sul mercato secondario: abbiamo infatti concordato con apollo, cui faceva capo l’intero portafoglio, l’acquisto diretto di una parte dello stesso da circa 600 milioni e abbiamo finanziato il resto.
Come verranno gestiti questi crediti? Saranno coinvolti studi legali e sarà necessario l’ausilio della tecnologia?
I procedimenti sono già avviati e si riferiscono a opere già terminate e collaudate. La gestione dell’iter sarà da un lato legale, dall’altro stragiudiziale con dei possibili tentativi di transazione con le controparti debitrici. Gli studi coinvolti saranno quindi molto verticali e specializzati.
E la tecnologia che ruolo avrà?
La gestione tecnologica a supporto del business è….
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