Legali in house: più lavoro e risorse al palo. Si punta all’efficienza

La pressione sale per i giuristi che lavorano in house. Nel corso degli ultimi 12 mesi, infatti, i carichi di lavoro delle direzioni affari legali sono aumentati secondo il 92% degli intervistati. Ad assorbirli, nel 78% dei casi è stato il team in house preesistente, nel 22% la squadra interna assumendo appositamente nuove risorse e nel 16% gli studi legali esterni.

 

Rispetto al futuro prossimo, nei prossimi 12 mesi, il lavoro del team legale aumenterà secondo l’82% dei rispondenti e anche in questa occasione ad assorbire i nuovi carichi di lavoro sarà principalmente il team preesistente (69%), la squadra interna assumendo appositamente nuove risorse (25%) e gli studi legali esterni (19%).

È una delle evidenze emerse da un’indagine condotta dalla redazione e dal centro ricerche di inhousecommunity.it e MAG volta a mappare gli sviluppi, l’organizzazione del lavoro e le priorità delle direzioni affari legali interne italiane.

Più in generale, la media percentuale del volume di lavoro esternalizzato agli studi d’affari è pari al 22% del lavoro legale richiesto in azienda alle direzioni in house. Più di una direzione su due esternalizza tra il 2 e il 20% del lavoro legale complessivo richiestogli, il 40% ricorre agli studi legali per affidargli un volume di attività che va dal 21 al 40% e solo il 3% esternalizza più del 41% del lavoro legale.

Rimanendo in tema studi legali, nell’ultimo anno il ricorso alle consulenze esterne è rimasto invariato per il 62% dei rispondenti, aumentato per il 23% e diminuito per il 15%. Una tendenza questa che si riconfermerà anche per il 2020, periodo nel quale solo il 18% delle direzioni prevede che la necessità di affidarsi agli studi legali aumenterà, contro il 68% che prevede una certa stabilità nell’assegnazione dei mandati e il 13% una flessione.

I dati relativi alla stabilità dei team in house e del ricorso alle consulenze esterne si spiegano presto guardando ai budget delle direzioni affari legali, al palo nella maggioranza dei casi. Nei prossimi mesi infatti il conto della spesa legale rimarrà lo stesso degli ultimi 12 per il 54% degli uffici legali e addirittura si contrarrà nel 19% dei casi esaminati. Solo una direzione su tre avrà a disposizione più risorse economiche da spendere. La previsione del campione considerato è in linea con quanto accaduto nell’ultimo anno, quando il 49% delle direzioni ha avuto a disposizione lo stesso budget del 2018, il 30% ha potuto spendere qualcosa in più, mentre il 22% ha dovuto tirare la cinghia.

Al di là della necessità di contenere i costi, che accomuna tutte le realtà, aumentare l’efficienza interna della fornitura dei servizi legali e dell’esercizio della professione è la priorità assoluta delle direzioni affari legali italiane. A indicarla come altamente prioritaria è il 79% delle direzioni affari legali coinvolte nell’indagine.

La tecnologia è uno tra i principali elementi che ha trasformato le direzioni affari legali negli ultimi anni. Ben tre direzioni su quattro fanno uso abituale di legal tech. Gli strumenti più gettonati sono quelli che consentono la gestione dei documenti (il 72%), ricerche legali e giuridiche (59%), gestione di controversie legali o contenziosi (41%); e-billing/ gestione della spesa e dei mandati (25%); e la gestione delle varie fasi contrattuali (22%)…

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